Opinioni – C’è socialismo nel neoideologismo


Sulmona – (di Massimo Carugno, segretario regionale PSI) – Il 2011 si chiude in uno scenario che, sino ai primi giorni di agosto, nessuno immaginava e prevedeva. Sotto l’aspetto economico credevamo di essere un paese che, a dispetto di tutti i nostri partners europei, conservavamo abbondanti sacche di benessere.
Il Berlusconismo, seppur col sistema della “porta d’albergo”, sembrava destinato a vivere stabilmente quantomeno fino al 2013.
Il sistema maggioritario, inteso non solo come sistema elettorale ma come logica organizzativa del sistema politico, sembrava entrato nel dna della società italiana.
Il leaderismo era saldo nel caratterizzare le organizzazioni politiche, ancorchè quasi sempre sfociasse in un cesarismo dI patetica bizantina memoria.
Ci avviamo a celebrare il capodanno 2012 smentendo integralmente queste certezze con le vicende che si sono succedute nella seconda metà dell’anno.
La economia nazionale si è rivelata una specie di tappeto verde nelle tasche degli italiani, si da dover subire manovre pesanti sotto il profilo sociale ancor più che sotto quello economico e senza che ci sia la percezione che la tempesta sia minimamente passata.
Il Berlusconismo si è letteralmente smontato non appena il meccanismo girevole della “porta d’albergo” è stato inceppato dalle drammatiche situazioni economiche.
Il maggioritario si è sciolto al sole allorquando è salito a Palazzo Chigi il Professore, sorretto da una maggioranza parlamentare composita come un “patchwork”, di “pentapartitiana” memoria, nel quale i confini tra chi è dentro e chi è fuori sono tracciati dai sondaggi assolutamente favorevoli per i primi e deflagranti per i secondi; è evidente come sia proprio la opinione pubblica a bocciare definitivamente le logiche dei “blocchi contrapposti” e a premiare invece metodi di dialogo e intese caratterizzate da un concreto “pluralismo politico”-
Da ultimo, ma non per importanza, anche il “cesar-leaderismo”, al contrario di tutti gli italiani, ha preso la via dell’auspicato prepensionamento.
Il Governo Monti ha preso il via non sulla base di una concertazione tra leader, ma attraverso un confronto politico tra e nei partiti, in cui tutte le peculiarità interne hanno assolutamente fatto sentire, presso i rispettivi segretari, la loro voce e li hanno obbligati a una lavoro di dibattito e concertazione per definire poi la linea politica finale.
Questo forse è l’aspetto più innovativo perché cancella, si spera definitivamente, uno degli aspetti più disgustosi della seconda repubblica.
Nel tentativo di far dimenticare gli aspetti oscuri e negativi della politica “pre 1994” si sono demoliti i partiti in quanto tali per realizzare delle strutture “commerciali” senza anima e cultura collate solo dall’obiettivo dell’ affermazione dei capi.
Tutte le brutture di questa fase politica discendono da questo fenomeno ivi compresa la nomina dei parlamentari.
La percezione più netta è che si sta tornando ad una forma di aggregazione della politica non più per leader , ma per idee.
La situazione dell’Italia è drammaticamente scivolata in basso e, per poter risalire la china, sarà necessario mettere in campo idee, progetti, modelli di sviluppo.
Gli italiani migliori, molti di quelli che schifati si sono rintanati in quel 40 % di astenuti, si riavvicineranno e riprenderanno ad impegnarsi, e creeranno un mondo nuovo nella politica italiana.
Si ritornerà ai partiti che si formeranno, cresceranno e si consolideranno sul richiamo di una filosofia culturale politica, di una ideologia, di un modello di società da realizzare.
I partiti torneranno ad essere un laboratorio in cui si formeranno nuove e preparate classi dirigenti, perché non si discuterà più di fatti e fattacci personali, di gossip e pettegolezzi, di processi e “letterine”, ma si tornerà a discutere di filosofia politica, di idee e ideologie, di sistemi politici e modelli di società destinati a risolvere i problemi della gente, a creare equità e libertà, a costruire democrazia e benessere.
I leader torneranno ad essere uno strumento per l’affermazione del partito e non il contrario: il partito strumento per l’affermazione del leader.
Insomma il 2012 potrà essere l’anno che determinerà l’avvento, nel sistema politico, di un vero e proprio “neoideologismo”.
E’ questo l’auspicio più grande che si possa formulare dai banchi di un partito come quello che raccoglie e custodisce la tradizione e la cultura “socialista”.
Una tradizione ed una cultura politica, mai svanita che, se negli anni bui della seconda repubblica erano un difetto, un fattore di debolezza e indebolimento, in una nuova era politica, improntata al ritorno della ideologie, come motore di aggregazione, diventerà il fattore vincente.
Perché il Partito Socialista è l’unico, nel panorama politico attuale che ha mantenuto intatte tutte le sue tradizioni filosofiche, culturali e politiche, oggi più che mai attuali e che già stanno facendo da volano catalizzatore dei tanti tanti scontenti e delusi dalla tramontata seconda repubblica.
Gli altri dovranno partire da zero, i Socialisti ed il Socialismo sono e saranno già avanti.
L’augurio quindi che rivolgo alle socialiste ed ai socialisti d’Abruzzo e a tutta la gente della nostra terra, è che col nuovo anno si entri in era “neoideologista” che restituisca agli italiani e agli abruzzesi un grande Partito Socialista.
Auguri di Cuore di un buon e sereno 2012


31 Dicembre 2011

Categoria : Politica
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