Marineria, chiesto aiuto Governo


Pescara – MARINAI A TERRA FINO A SETTEMBRE? – (Foto settemuse.it) – Autorità e istituzioni abruzzesi e locali non riescono a dragare il porto canale, per una deprimente incapacità che si protrae nel tempo, e si ricorre… al Governo. Il che dimostra che il governo locale, a tutti i suoi livelli, è del tutto incapace di svolgere i suoi compiti più ordinari e normali.
L’intervento del Governo centrale, come ha ribadito lo stesso presidente della Regione, appare necessario anche in virtù del fatto che la situazione di stasi delle attività rischia di protrarsi per un arco temporale che è incompatibile con qualsiasi possibilità di autonomo sostegno a carico della sola Regione. C’è il rischio infatti che la flottiglia pescarese, ferma già da gennaio, sia costretta a rimanere in porto almeno fino a settembre e a questo punto si renderebbe indispensabile un provvedimento ministeriale che implementi le risorse destinate dalla Regione a sostegno della categoria.
Si stima un costo dell’intervento di circa 2,5 milioni di euro, solo per un terzo sostenibile a livello locale. Il reperimento delle risorse necessarie potrebbe risultare anche dalla creazione di una continuità tra l’intervento di sostegno ipotizzato e l’avvio delle misure di arresto temporaneo in ambito FEP 2007/2013. Appare superfluo ma è altrettanto giusto ricordare che tra le cause dell’emergenza in primis c’è il mancato dragaggio del Porto di Pescara, giunto ormai al punto da precluderne la navigabilità a tutte le imbarcazioni dotate di un pescaggio non minimale, al quale si vanno ad aggiungere altri fattori negativi come il progressivo ridimensionamento degli stock ittici, il caro gasolio, l’elevato livello dell’imposizione fiscale, la maggiorazione dei costi diretti e indiretti dovuti alla riforma e all’attuazione della PCP.
Le prolungate difficoltà dovute dall’insabbiamento del Porto di Pescara, in particolare, stanno causando gravi problemi a circa 60 pescherecci che vedono ormai precluso l’esercizio dell’attività di fatto e di diritto. Queste imbarcazioni infatti non possono effettuare in sicurezza le operazioni di attracco e ormeggio, rifornimento, sbarco del pescato, entrata ed uscita dal porto canale, a causa di fondali sempre meno profondi e di banchi sabbiosi sempre più estesi e irregolari; inoltre non sono raggiungibili per acqua sia lo scalo di alaggio che i punti di rifornimento. Una possibilità per attenuare queste difficoltà potrebbe consistere in un’adeguata riallocazione delle imbarcazioni in altri Porti abruzzesi ma si tratta di un’eventualità impraticabile visto che la residua capienza collettiva di questi ultimi è pari ad appena una decina di unità. In data 13 febbraio 2012 un’ordinanza ha limitato la possibilità di entrata ed uscita dal Porto canale alle imbarcazioni con pescaggio superiore a 2,5 metri ma sembra molto probabile che la Direzione marittima assuma un altro provvedimento, ancora più restrittivo, che permetterebbe il movimento alle imbarcazioni della piccola pesca ed a poche con pescaggio minimo. La Regione si era attivata, tra enormi difficoltà, per reperire dei fondi necessari per dare il via alle prime operazioni di dragaggio ma le operazioni appena avviate, nel mese di dicembre 2011, sono state subito sospese dai provvedimenti giudiziari assunti dalla Procura della Repubblica dell’Aquila. Le risorse stanziate dalla Regione e dagli altri Enti competenti quindi sono servite in parte per le analisi la cui attendibilità è, per ora, sub iudice, e in parte per le spese che andranno sostenute per risarcire l’impresa appaltatrice mentre siamo ancora in attesa del parere dell’ISPRA. Ad oggi il porto di Pescara non ha nessuna possibilità di svolgere alcuna funzione, sia essa commerciale o di collegamento, con evidenti e gravissimi danni alle numerose attività economiche ad esso collegate. Inoltre, la stagione balneare, ormai alla porte, rende assai improbabile la possibilità di avviare il dragaggio prima di settembre per evitare che, oltre al danno, si aggiunga la beffa costituita dagli eventuali rischi per la salute pubblica e la crisi di un altro settore economico vitale per la città. Il Commissario straordinario, dal canto suo, ha rimarcato “il ruolo fondamentale della Regione che stanziato fondi propri pur senza essere tenuta a farlo dimostrando grande sensibilità istituzionale” e ha dato atto, al tempo stesso, al presidente della Regione ed all’assessore competente di averlo sostenuto al meglio nell’interlocuzione con il Governo centrale e per aver condiviso tutti i passaggi da compiere nell’individuazione di ipotesi percorribili.


31 Marzo 2012

Categoria : Economia
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati

    Nessun articolo correlato.