L’inadeguatezza del Comune dell’Aquila


L’Aquila – Fabrizio Antonini, dell’Aquila, scrive: “Qualche giorno fa il sindaco Cialente ha avuto premura di informarci che, a quasi cinque mesi dal terremoto, l´emergenza non è finita. Quella degli uffici comunali no di certo, come bene sanno gli aquilani, sballottati giornalmente da un fabbricato all´altro, da una stanza all´altra, da un corridoio all´altro, in ambienti senza segnaletica e senza ordine, trattati alla stregua di postulanti da impiegati ignari e disorganizzati che non si preoccupano nemmeno di disciplinare una fila in quelle due ore al giorno di sportello (due ore!) in cui indubbiamente gli tocca arginare la marea montante e inferocita di cittadini che hanno già perduto una mattinata a capire in quale ufficio andare e come formulare le proprie istanze. Molte peregrinazioni e disagi potrebbero essere evitati con un sito internet adeguato, ma talvolta le informazioni più importanti o mancano del tutto o sono imprecise, e fanno perdere giorni preziosi. Le ordinanze di demolizione, ad esempio, vengono inviate in originale cartaceo a una quindicina di destinatari “di servizio”, e appese con una puntina alla bacheca dell´albo pretorio, ma guai a pubblicarle sul sito del Comune, dove tutti (compresi quelli che abitavano nei fabbricati da demolire) potrebbero leggerle; agli sfortunati non resta così che il passaparola pietoso dei conoscenti, come nel medioevo, quando demolire la casa era una pena accessoria. Oggi la pena accessoria è avere a che fare con questi servizi da terzo mondo, già scadenti prima del terremoto. Guai poi a chiedere certificati di inagibilità: in quel caso, sostiene l’impiegato di turno, fa fede la pubblicazione su internet dei relativi sopralluoghi, e allora il certificato si riduce al foglio elettronico stampato, con appena il timbro del comune e uno scarabocchio dell´impiegato. Peccato che servano poco meno che a nulla, incomprensibili come sono. Signor sindaco, dichiararsi inadeguati non basta, anche perché inadeguati non sono di certo gli emolumenti dei tanti dirigenti e assessori comunali, e anche quello che percepisce lei. E´ ora di riformare tutto in fretta. O di andarsene. Nemmeno aprire la giunta all´opposizione è corretto, giacché non spetta certo a lei – come ha dimostrato il caso Tancredi – di sostituirsi alla volontà popolare che in altri tempi, e con altre speranze, l´aveva posta al governo della città insieme ad una ben precisa coalizione, portatrice di valori e interessi sopraffatti ora non dalle macerie del terremoto ma dalle troppe negligenze e furbizie; fallita dunque la quale è alla medesima volontà degli aquilani, e di nessun altro, che spetta ora di individuare una soluzione più adeguata a una delle più dolorose tragedie della sua storia”.


30 Agosto 2009

Categoria : Dai Lettori
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