Chieti? La politica le ha camminato sopra


A qualcuno non piacerà leggere che, se ci fossero stati Gaspari e Natali, il pasticcio sulle province non sarebbe avvenuto, almeno in Abruzzo. Mancano loro, e manca infatti la politica, quella vera, capace di produrre risultati senza devastare il tessuto sociale, senza offendere la dignità. Chieti, infatti, è una città offesa. Perdere la provincia, per la sola realtà che aveva i requisiti per mantenerla, è insultante e irrazionale. Perdere anche il capoluogo è il massimo dell’assurdo.
La politica ha camminato sopra ad una città intera, abdicando alle proprie funzioni e ai propri ruoli. Nessuno nega che le riforme siano necessarie e anche urgenti, ma nessuno accetta – non solo il sindaco Di Primio e il presidente Di Giuseppantonio – di essere schiaffeggiato con impudenza se non con tracotanza. Sarà un Abruzzo pieno di livori, di voglia di rivalse, di contrapposizioni velenose, quello che verrà fuori dal “riordino” delle province, se a cadere in pezzi, grazie a tale riordino, è chi aveva (ed ha) diritti e requisiti fissati dall’alto, e dall’alto violati. Senza che i politici locali siano capaci di una reazione. L’accorpamento si doveva fare, era stato ben studiato dal CAL, ma il problema del capoluogo della provincia Ch-Pe lo hanno trascurato tutti, lo hanno aggirato. Equivale ad un’azione di forza, e soprattutto ad una ingiustizia clamorosa. Qualcuno sarà capace di ricucire lo strappo, di uscirne con dignità? Intanto, stasera 31 ottobre, cestiniamo le bolse e insipide dichiarazioni di tutti i politici sull’argomento. E’ una cortesia verso i cittadini.



31 Ottobre 2012

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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