Province e ruolo autonomie locali: la politica fa scaricabarile, l’ateneo ne parla


Teramo – La riforma delle province, o la loro abolizione parziale, non ci sono state: anzi, marcia indietro della politica sull’argomento, patata bollente passata nelle mani di chi dopo le elezioni di febbraio guiderà l’Italia. Scaricabarile anche ad alti livelli, come metodo italiano… E allora bisogna parlarne. Dalla Repubblica delle autonomie e un nuovo (e indefinito) accentramento di poteri nello Stato è il tema della seconda conferenza della Facoltà di Scienze politiche, che si terrà domani giovedì 17 e venerdì 18 gennaio nella sala delle lauree della facoltà.
La prima sessione dei lavori, presieduti dal preside della Facoltà di Scienze politiche Enrico Del Colle, si svolgerà giovedì 17 a partire dalle ore 15.30 e sarà dedicata al ruolo delle province nel sistema autonomistico italiano. Interverranno Francesco Bonini, dell’Università Lumsa di Roma, Aristide Police, dell’Università di Roma “Tor Vergata”, Alessandro Rinaldi, dell’Universitas Mercatorum (Ateneo Telematico del Sistema delle Camere di Commercio) e Sebastiano Maffettone, dell’Università Luiss di Roma.
Il ruolo delle autonomie nell’ordinamento regionale italiano è il tema della seconda sessione della conferenza che si terrà venerdì 18 gennaio, a partire dalle ore 9.30 e alla quale parteciperanno i docenti della Facoltà di Scienze politiche.
La conferenza si concluderà con la tavola rotonda Quale futuro assetto per la realtà territoriale abruzzese, che inizierà alle ore 15.30. Ai lavori, presieduti da Luciano D’Amico, parteciperanno i rappresentanti delle principali istituzioni abruzzesi.
«La conferenza ‒ ha spiegato Enrico Del Colle ‒ organizzata in occasione dalla mancata conversione del decreto legge sul riordino delle province, si pone quale discussione attorno al complesso tema del futuro assetto territoriale del nostro Paese. Dopo l’avvio, nel 2001, del processo di rafforzamento delle autonomie locali che portò il Parlamento a riscrivere l’intero Titolo V della Costituzione, ora pare invece di assistere a una brusca inversione di tendenza, con un nuovo accentramento di poteri in capo allo Stato, il cui obiettivo sembra, al momento, non facilmente predicibile».
«L’argomento principale attorno al quale ruoteranno i lavori ‒ ha concluso il preside ‒ sarà quello del riordino dell’assetto strutturale e funzionale dei territori provinciali, intrapreso dal Governo oltre un anno fa ma rimasto incompiuto a causa della repentina conclusione della legislatura. La necessità di dover, entro la fine del 2013, riannodare i fili di tale processo offre l’opportunità di avviare un dibattito ampio e approfondito tra il mondo accademico e quello politico-istituzionale, affinché il futuro assetto territoriale della nostra Regione sia il frutto di un reale processo partecipativo e includente e che tenga in debita considerazione le diversificate esigenze degli enti locali».


16 Gennaio 2013

Categoria : Cultura
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