Non chiedere a Cialente l’impossibile


Nella storia delle cosiddette bollette oscure a L’Aquila si sta marciando, almeno da parte di qualcuno, speriamo pochi, verso la direzione sbagliata. E’ vero che forse il Comune avrebbe dovuto gestire meglio tutta la vicenda, dall’inizio. E’ vero anche, però, che in una situazione che non ha precedenti (la devastazione sociale dovuta al sisma del 2009) è ben difficile agire sempre per il meglio e comportarsi come se esistessero le bacchette magiche. Specie quando certe emergenze riguardano migliaia di persone e non sono piccoli casi isolati.
Ora c’è chi, nell’ansia e in un momento tanto difficile economicamente, tenta di arruffare la situazione. Magari puntando su esenzioni o altri benefit. Insomma, c’è chi – è amaro dirlo, ma non temiamo i sapori amari – non vorrebbe pagare neppure il dovuto. E pretende che sia il sindaco Cialente a ottenere inverosimili risultati. Beh, a questo punto bisogna dire forte e chiaro che non si possono pretendere da Cialente esiti e interventi impossibili. Anzi, bisogna dargli atto di essersi impegnato al massimo (al… Massimo) per uscire decorosamente dal pasticcio. Nessuno dimentichi che il dovuto bisogna pagarlo. Nessuno dimentichi caloriferi a tutto volume, notte e giorno, sprechi, comportamenti poco corretti quando tanti pensavano che le bollette non sarebberro mai arrivate o, peggio, che pagasse Pantalone. L’Aquila conservi la sua dignità anche al cospetto di una bolletta riguardante consumi e servizi erogati e fruiti. Siamo giusti, misurati e consapevoli. Ne va del decoro della collettività.



23 Gennaio 2013

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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