Una review anche per il camoscio?


Pescasseroli – Scrive Giuseppe Rossi, Parco d’Abruzzo: “A dicembre è pervenuta anche al Parco la proposta di review dello status di Rupicapra pyrenaica ornata, il camoscio d’Abruzzo, formulata ai sensi della normativa CITES e trasmessa dal Central Eastern office-TRAFFIC Europe . L’Ente si è naturalmente subito attivato formulando commenti e osservazioni nei primi giorni dell’anno, nella speranza del sostegno anche da parte della Autorità di gestione CITES nazionale in sede di Conferenza delle Parti che avrà luogo a Bangkok ai primi di marzo.
La proposta di review è in qualche modo da collegarsi alla decisione dell’UICN di modificare la categoria di rischio con cui era stata a suo tempo classificata la specie, considerandola da endandered a vulnerable. Questo ovviamente a fronte dell’indubbio successo delle operazioni di reintroduzione che hanno consentito il formarsi di nuovi nuclei della specie nei Parchi della Majella, del Gran Sasso-Laga e dei Monti Sibillini portando il numero di effettivi a oltre 1500. All’inizio degli anni settanta la popolazione di Camoscio d’Abruzzo, concentrata praticamente in un’unica area del Parco, aveva un consistenza di appena 200-250 esemplari. Quindi, dal punto di vista formale, la classificazione della specie nella Appendice II anziché nella Appendice I, con conseguente “declassificazione”, potrebbe considerarsi ineccepibile; ma potrebbe risultare altresì prematura, anche in considerazione dei casi di bracconaggio che ancora si verificano o che potrebbero essere indotti da tentativi di commercializzazione illegale dei trofei che, come è noto, in questo caso sono particolarmente belli. Per questo il Parco ha chiesto che, in ogni caso, la specie venga comunque attenzionata e sottoposta a monitoraggio costante per una eventuale revisione di tale decisione (qualora dovesse essere assunta) nell’arco di 2 massimo 3 anni quando saranno acquisiti i risultati definitivi delle ricerche in atto e delle attività che si stanno conducendo nell’ambito del progetto Life COORNATA in corso di attuazione.
Comunque, pur condividendo in linea generale l’analisi condotta in sede di review e che sottolinea il successo delle operazioni di introduzione /reintroduzione sin qui condotte che ha portato il numero di effettivi della specie alle circa 1500 unità, le attuali condizioni non consentono di considerare il camoscio d’Abruzzo/appenninico del tutto fuori dal rischio estinzione. Il numero di effettivi rimane comunque ridotto, la presenza è ancora concentrata in poche aree, i possibili rischi non possono essere considerati superati. Tali rischi, anche di carattere sanitario, possono infatti discendere dalla compresenza di bestiame domestico e fauna selvatica nelle aree di pascolo frequentate dal camoscio, dalla competizione alimentare con bestiame domestico ma anche con altre specie selvatiche con conseguente trasformazione di alcuni pascoli, da un forte inbreeding, e da altre cause che si stanno studiando. In conclusione, la proposta di revisione della classificazione del Camoscio d’Abruzzo, può essere considerata il risultato ultimo di quanto sin qui fatto per la tutela della specie per cui, se da una parte non si può che essere soddisfatti del successo dei progetti di reintroduzione, dall’altra è un passaggio che va gestito con attenzione anche dalla comunità internazionale, trattandosi della conservazione e della tutela di una specie rara e comunque ancora a rischio.
Ad ogni buon conto c’è comunque da dire, onestamente e anche per rassicurare l’opinione pubblica e quanti amano la natura e questa specie in particolare, che il Camoscio d’Abruzzo, anche sotto il profilo della normativa, tutta regolarmente vigente, non corre al momento alcun pericolo”.


24 Febbraio 2013

Categoria : Cronaca
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