Sindaci, basta con parole fuori luogo


(di Stefano Leone) – CITTADINI ESACERBATI, QUALCUNO POTREBBE SUPERARE I LIMITI – I(Foto: i sindaci di Roma Marino e di Torino, Fassino) – I tagli agli stipendi dei parlamentari? Non si fanno. L’abolizione dei vitalizi? A Montecitorio scatta la ribellione. Nessuno lascia, semmai qualcuno raddoppia, come i 200 superprivilegiati che prendono una pensione da ex parlamentare e una da ex consigliere regionale. Le auto blu? In Italia restano 72.000, mentre in tutta la Gran Bretagna sono 195. A uno degli ex giudici della Corte costituzionale hanno provato a toglierla.
Risposta: «No, mi serve: viaggiare in treno è un problema». Si capisce. È un problema. Dare meno soldi ai partiti? Non scherziamo. In dieci anni ne hanno ricevuti il 1000 per cento in più. Li chiamano “rimborsi elettorali”, in realtà sono una truffa al contribuente. E se la Lega si è potuta permettere investimenti speculativi a Cipro e in Tanzania, la Margherita, anche se morta da anni, ha preferito farsi rubare la metà del suo gruzzolo dall’ex tesoriere. Già, ma come faceva ad avere ancora 25 milioni di euro sul conto? Diminuire le spese del Palazzo? Figuriamoci. E, ancora, mentre gli italiani arrancano per colpa della crisi, anche i sindaci non sono da meno. Sono quasi alla fame visto che gli stipendi pare siano quasi da tenore di vita Caritas o Mensa del Popolo. Ignazio Marino, (PD), sindaco di Roma, si lamenta dello stipendio: “4.500 euro sono pochi per fare il sindaco” Il primo cittadino, che guadagna spiega: “Amministriamo bilanci miliardari e responsabilità enormi. Ammetto che forse con la battaglia sui costi della politica si è ecceduto. Ma prima o poi bisognerà riequilibrare”. Ma Marino non era quello che si è fatto più volte fotografare mentre raggiunge le sedi istituzionali in bicicletta? Non era colui che diceva che bisognava proporsi per risollevare le vite delle persone deboli, i meno abbienti? A Marino ha fatto eco il suo collega sindaco di Bari, Michele Emiliano, (PD), che afferma di percepire circa 5.800 euro netti al mese. Anche per Emiliano ci sono stati dei problemi all’inizio. “Come magistrato prendevo 1.500 euro in più al mese. E ci sono state lunghe discussioni familiari quando ho lasciato: sa, sul budget complessivo un taglio così ha il suo impatto…”, ha rivelato. Altro povero. Piero Fassino, (PD), sindaco di Torino: “Stipendio da sindaco? Semplicemente ridicolo; 5.216 euro al mese”. Tutto questo senza sottolineare ciò che, almeno Marino e Fassino, hanno percepito nella non breve carriera da parlamentare. Insomma, cittadini, i sindaci sono alla fame e, oltre il misero stipendio, non bastano a campare anche bonus come telefonia, mezzi di trasporto, auto blu, telefonini e tablet, Ora, partendo dal fatto che Marino, Fassino, Emiliano sono persone degne, oneste e per certi versi anche molto simpatiche, sarebbe il caso di evitare esternazioni di questo genere. Non che siano reati. E’ questione di buon gusto, decenza e senso della realtà. Nessuno nega le responsabilità che un sindaco assume su di se, nessuno nega che il “lavoro istituzionale” non può seguire i tempi da coda all’ufficio postale ma vivaddio smettiamola con dichiarazioni di questo genere. La risposta è semplice. Mal di fegato dopo mal di fegato, qualche piccolo risultato è stato ottenuto. Ma è ancora troppo poco. Ancora troppe persone sguazzano nei privilegi, ancora troppe persone usano i soldi nostri per farsi i comodi loro, ancora troppe persone fingono di fare riforme e, alla fine, ci fregano sempre. Vanno smascherati, questi spudorati. Perché, se noi smettiamo di crederci, vincono loro. E non possiamo permettercelo.


31 Agosto 2013

Categoria : Cronaca
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