Presidenza Repubblica su Rapagnà


L’Aquila – La politica abruzzese è sorda e refrattaria nei confronti di Rapagnà? Napolitano risponde. Il direttore dell’Ufficio per gli Affari giuridici e le relazioni costituzionali del Segretariato generale della presidenza della Repubblica, Michele Maria Morabito, ha comunicato a Pio Rapagna’, nella sua qualita’ di ex parlamentare e rappresentante dell’associazione “Mia Casa d’Abruzzo”, che “in relazione alla lettera indirizzata al presidente della Repubblica, quanto rappresentato e’ stato sottoposto all’attenzione del Segretariato generale della presidenza del Consiglio dei ministri. In particolare nella lettera a Napolitano gli Inquilini e Assegnatari dell’Edilizia Residenziale Pubblica ‘ancora sfollati’ e pesantemente colpiti dal terremoto del 6 aprile 2009, per il tramite del ‘Mia Casa d’Abruzzo’, alla luce dei pesantissimi e non piu’ giustificabili ritardi nella riparazione, ricostruzione e messa in sicurezza antisismica del patrimonio abitativo pubblico di proprieta’ dell’Ater e del Comune di L’Aquila, chiedevano un “autorevole intervento del capo dello Stato”. “Nella lettera – rammeta Rapagna’ – si informava il presidente Giorgio Napolitano come il Mia Casa d’Abruzzo, nel rispetto delle massime istituzioni regionali e comunali, avesse sempre cercato di dare il proprio costruttivo contributo, finanche con articolate proposte di legge, chiedendo cortesemente al presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano di ‘intervenire’ con un atto formale affinche’ i soggetti responsabili della ricostruzione pubblica accolgliessero la sollecitazione e le preoccupazioni delle famiglie ancora sfollate. La risposta e l’ iniziativa del presidente Napolitano commenta l’ex parlamentare – sono di grande conforto e incoraggiamento per tutte quelle famiglie ancora sfollate le quali, purtroppo, hanno dovuto constatare che, pur in presenza di evidenti situazioni ‘anomale’ di cattiva gestione, sperpero di denaro pubblico e facile corruzione, le massime istituzioni della Regione Abruzzo, gli Enti locali e le strutture della pubblica amministrazione non hanno dato un buon esempio, nemmeno sul piano legislativo, nell’opera ricostruzione, di vigilanza e di lotta alla corruzione amministrativa”.


30 Settembre 2013

Categoria : Cronaca
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