Auguri e niente altro


E’ quasi mezzanotte, togliete dal calendario l’ultimo foglietto e strappatelo. I calendari esauriti si strappano sempre, tanto anche se uno non volesse, è il tempo a portarsi via cose e persone. Il 2013 (che novità…) non è stato un bell’anno, e neppure abbiamo percepito qualche segno di ripresa. Abbiamo solo sentito un mare di parole da chi parlava di segni meno diventati più e cose del genere. Per noi gente comune, prezzi alti, nuove tasse, carburanti più cari, e naturalmente più salati i pedaggi autostradali. Ricostruzione? Lasciamo perdere.
Il segno meno sta davanti all’umore di chi i sintomi del “rifiato” non li avverte affatto. Quindi c’è da aspettarsi un 2014 nefasto, una politica litigiosa e inadeguata, licenziamenti, crisi aziendali, chiusure e fughe di gente verso paesi europei o del mondo in cui si vive meglio.
Non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Una volta pensare di dover abbandonare casa propria e il proprio paese era un incubo, una brutta prospettiva. Oggi, se fosse possibile, sarebbe un’ottima prospettiva. Forse a vent’anni ancora si può, e chi li ha, ci pensi. Restare qui significa negare se stessi, e finanche un semplice, banale futuro a tanto al mese. Utilitaria e frigorifero, tv e smartphone. Una moglie o una compagna-compagno. Una vita ordinaria e minimale. Oggi, in Italia, aspettarsi questo è chiedere troppo, mentre i privilegi, le ruberie, le arroganze, le spocchie, le inettitudini premiate come valori morali, si fanno spazio e restano a galla.
Bene, per molti (e anche per noi se potessimo, crudele anagrafe…) tutto ciò è troppo e bisognerebbe solo cambiare aria. Hanno fatto di tutto per renderci indigeribile un’Italia che amavamo, senza aspettarci troppo perché la mediocrità è la regola nazionale. Dunque, auguri e soltanto auguri che chi può, vada via. Niente altro. Sarà già tanto, tantissimo, vedere spuntare il Sole, o cadere fiocchi di neve, e poi fiorire i mandorli, per chi non può neppure sperare in un altro panorama, un’altra lingua, un’altra vita, perché ha esaurito il tempo. In un’altra Italia, ahinoi, non ci contiamo più. Sarebbe come sperare di rivedere Laura Antonelli splendida e giovane in Malizia. Einstein ci dice che viaggiare nel tempo non è impossibile, ma non ci spiega come fare.



31 Dicembre 2013

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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