Ex Sercom: “Spazio inadeguato per il sociale”


L’Aquila – Ex Sercom, una delle più gigantesche e costose delle incompiute aquilane, argomento di una storia che dura da anni e anni, un groviglio di assurdità, fatalità, polemiche, ma soprattutto una montagna di milioni sprecati e al momento inutilizzabili per un qualsiasi fine logico ed economico. Le polemiche non sono finite, anzi riesplodono ogni volta che qualcuno propone qualcosa. Il presidente del coordinamento associazioni disabili, Massimo Prosperococco, scrive: “Il Coordinamento delle Associazioni Disabili dell’Aquila si esprime all’unanimità contro l’utilizzo della ex-Sercom a Pagliare di Sassa come luogo per l’attuazione delle politiche
sociali dell’Aquila.
Il parere contrario deriva dalla convinzione che qualunque intervento sociale (come il “Il Dopo di Noi”) e qualunque politica inclusiva non possa assolutamente identificarsi in una singola struttura. La nostra contrarietà riguarda inoltre l’inidoneità dell’edificio proposto: un
capannone industriale avulso da qualsiasi contesto di bellezza e di accoglienza, e quindi inadeguato alle finalità del progetto stesso. In un luogo simile, infatti, è forte il rischio di una ghettizzazione neo-istituzionalizzata dei disabili. Senza considerare che si tratterebbe
di uno spazio assolutamente sovradimensionato rispetto alle esigenze dell’utenza
potenziale, sia in termini di volumetria che di sostenibilità dei costi di gestione.
Nella ri-costruzione di una città che sia davvero ospitale e inclusiva, la disabilità ha
bisogno di un circuito virtuoso, fatto di una rete di spazi “leggeri” e diffusi, in contesti di
civile abitazione, con servizi di prossimità. Questo è realizzabile attraverso l’inclusione dei
disabili in attività di relazioni, di cultura, di lavoro, di sport per tutti, nella piena interazione
fra il pubblico, il mondo del volontariato e il privato sociale no-profit.
Riteniamo che per affrontare queste problematiche ci sia bisogno di un nuovo pensiero
politico trasversale, basato sulla partecipazione e sulla condivisione delle idee. Gli scenari
che ci troviamo ad affrontare vanno oltre la realtà attuale, e quindi le soluzione proposte
devono essere proiettate in una visione futura del nostro territorio, e devono essere
integrate in esso. Affinché questa idea si trasformi in un progetto, è fortemente
auspicabile, in futuro, il coinvolgimento di tutte le associazioni che rappresentano la
disabilità, nonché la partecipazione della società civile nella sua interezza.


19 Aprile 2014

Categoria : Cronaca
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