Veleni peligni, l’associazone dei silenziati


Un bel dì sapremo, forse, come e per colpa di chi si sono sviluppati i micidiali incendi alla Adria di Pratola Peligna, le cui esalazioni venefiche hanno – a quanto pare – seminato intorno rischi per la salute della gente. Per ora sappiamo degli incendi, sappiamo dei balbettanti divieti di raccogliere e consumare verdure e ortaggi nella zona (bella notta ad un’economia agricola come quella peligna…), e null’altro. Sembra di avere a che fare con un’associazione dei silenziati, misteriosa ed enigmatica come quella degli Illuminati. Ma sicuramente più… oscura.
Sulle conseguenze di questi incendi è sovranamente muta la Regione, tacciono la ASL, tace l’ARTA (agenzia ambiente), tace l’unità di crisi. Tacciono i loquaci ambientalisti e tutori dell’ambiente. I sindaci, poveri malcapitati, alzano invece la voce vietando di qua e di là, ma come stiano le cose, quanto veleno ci sia, cosa sia avvelenato, quale estensione sia pericolosa, e soprattutto cosa bisognerà fare, lo ignorano. Loro come tutti i cittadini peligni. I contadini. I consumatori di ortaggi, verdure, zucche e quant’altro germoglia nel rigoglio vilipeso di quella terra solare. Alla faccia delle trasparenze, dei diritti all’informazione precisa, misurata e tempestiva, della corretta comunicazione (specie quando il momento è grave). Le redazioni sono sommerse da apologetiche note, paroloni elogiativi, vanterie, impegni, promesse, dichiarazioni. Ma sempre quando servono solo a chi le diffonde. Altrimenti uffici stampa e portaborse sono muti come la Luna. L’ordine è: silenzio. Tanto, poi tutti se ne scordano.



31 Luglio 2014

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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