Cospa e Parco, solidarietà a sindaco CdM


Ofena – Scrive Dino Rossi, Cospa Abruzzo: “A seguito degli interventi da parte dell’ente Parco Gran Sasso Monti della Laga e il sindaco di Castel del Monte su alcuni quotidiani locali riguardanti la gestione e la ricaduta economica dell’ente Parco dovrebbe dare nelle zone da esso gestite, non possiamo fare altro si esprime la piena solidarietà al Sindaco.

Il parco Gran Sasso Monti della Laga, seguita ad essere solo e soltanto un carrozzone dove vengono spesi i soldi di tutti, inutilmente e senza una ricaduta sul territorio. Il parco nell’ultimo intervento di oggi in risposta al sindaco di Castel del Monte, riportando tutti i finanziamenti erogati risalenti addirittura negli anni novanta: a beneficio di chi? Progetti finanziati ed abbandonati a se stessi!! Se questi progetti avessero dato i propri frutti ce ne saremmo accorti tutti, o no!

Infatti, nessuno ricorda e ne parla dei benefici di questi interventi, la popolazione locale non si è accorta di nulla, i turisti nemmeno, per non parlare delle attività zootecniche. Si evidenzia il progetto, PECUNIA, per la valorizzazione della la lana quando poi si scopre che da un lato si valorizza il prodotto e dall’altro con le Leggi di tutela sulla fauna selvatica mettono a rischio gli armenti e i campi coltivati. Tanto è vero che, il parco ha autorizzato ad innalzare reti di protezioni per prevenire i danni all’agricoltura nelle aree protette, mettendo a rischio microfauna, sotto le direttive di alcuni funzionari che si ostinano a non fare intervenire gli organi preposti all’abbattimento selettivo di animali in sovrannumero.
Omettendo di osservare e applicare in sintonia alle province interessate, la Legge 157/92 che prevede il controllo della fauna selvatica per la salvaguardia delle attività agricole. Un fenomeno che compromette le zone limitrofe alle aree parco, dove i danni da fauna selvatica sono triplicati, causando enormi danni alle colture delle aziende agricole, ripagate a singhiozzo dalla Regione con miseri indennizzi. Si spendono soldi comunitari per progetti senza senso, come life praterie. Un progetto di cui non si conosce la somma finanziata, ma che comunque è inutile, nonostante più volte lo scrivente abbia fatto le dovute osservazioni partecipando alle riunioni organizzate dal Parco solo per giustificare il progetto, ma non per ascoltare le esigenze degli operatori del settore. Pensate, che per motivare il finanziamento life praterie, i tecnici del Parco insieme all’università dell’Aquila hanno sponsorizzato le recinzioni nei laghetti di montagna, dove per secoli gli armenti si sono dissetati, con la scusante che gli animali con gli zoccoli bucano il fondo degli stagni.
Le strade di accesso, ai campi dove ancora oggi i contadini del luogo si ostinano a coltivare pregiate colture, (le famose lenticchie di santo Stefano di Sessanio), si stanno richiudendo da grossi arbusti e guai a chi decidesse di provvedere alla ripulitura o ad un piccola manutenzione per renderle agibili al passaggio dei mezzi agricoli. Pensate un attimo, se avessero speso i soldi del finanziamento per rendere praticabili le strade, non solo per l’imprenditoria locale, ma anche per i turisti, qualche ricaduta e ritorno economico e sociale di sicuro ci sarebbe stato….
Il problema è quello di sempre, i progetti vengono calati dall’alto a misura per la sopravvivenza degli enti gestori, i quali continuano a affossare le attività locali e favorire lo spopolamento delle zone ricadenti nelle aree protette, tutto a spese dei cittadini che si ritrovano a pagare le tasse al 65 % in più per mantenere questi enti inutili”.


31 Agosto 2014

Categoria : Cronaca
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