Rapine in ville? Ci sono sempre state


L’Aquila – Le rapine in casa presenti gli inquilini o i proprietari di ville? Niente di nuovo, solo più brutalità. E soprattutto un fenomeno datato, massiccio in molte zone d’Italia, incluso l’Aquilano.
La rapina nella villa presso Monticchio, abitata dalla famiglia di un geometra, ha spinto a parlare di “arancia meccanica” – magari con qualche esagerazione – e chi ha memoria corta ad affermare che niente del genere era mai accaduto in città. Non è affatto vero. Rapine del genere ce ne sono state e anche numerose, da diversi anni a questa parte. Il dopoterremoto non c’entra, la forte immigrazione di persone certo non desiderabili non è determinante. Sarà, tutt’al più, una concausa.
Guardando negli archivi della cronaca, potremmo citare – con nomi e cognomi – almeno due casi che suscitarono clamore. Il primo, in una villa a sud della città, in zona però urbana, cioè tra altre ville e case, diversi anni orsono, i banditi rapinarono chi c’era in casa, immobilizzarono diverse persone, portarono via oggetti e preziosi, e anche due automobili che erano in garage. In un altro caso, una coppia aquilana senza figli sorpresa in casa da intrusi fu narcotizzata e derubata di tutto l’asportabile. Compresi alcuni indumenti costosi della donna.
Altri casi del genere sono numerosi, sia in ville che in appartamenti. Raramente, questo è vero, con tanta brutalità e con delle persone ferite. Quasi sempre, c’è da notare, con probabili complicità di “pali” o di qualcuno che sapeva bene cosa potesse esserci da rubare in casa.
Gli assalti a ville e case di campagna sono (da anni e anni) un’infinità non solo nelle periferie aquilane, ma soprattutto nei centri minori, sguarniti da anni dai presidi dei carabinieri, che al tramonto chiudono: ordini superiori, naturalmente. Se li vuoi, debbono arrivare da L’Aquila!
Tutto avviene da tempo, molto tempo, e misure adeguate, è chiaro, non ce ne sono mai state.
Il caso di Monticchio è senza dubbio gravissimo e deve suscitare reazioni ferme e misure di sicurezza. Che, a quanto pare, saranno solo alcuni agenti di polizia “importati” da Pescara. A fare cosa, non si sa… Le autorità tendono prima di tutto a nascondere certi episodi, negandone informazione alla stampa, e nei giorni successivi puntano al silenzio, al dimenticatoio e alla tendenza dei mass media verso altri argomenti più attuali e quotidiani.
Come agire davvero per la sicurezza della gente, debbono saperlo autorità e istituzioni. Noi sappiamo, purtroppo, che non accade mai nulla di risolutivo e di concreto. Fino al prossimo caso eclatante. Riunire comitati e parlare a vuoto non produce risultati. Come dicono le cose che accadono, non le fantasie.


20 Settembre 2014

Categoria : Cronaca
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