Un libro per bambini tra le mani


Di Carlo Di Stanislao
Il suo linguaggio è ricco ed il suo modo di scriverre particolare, senza concessioni alle mode, autentico, né totalmente onirico, ma neanche realistico o documentaristico, apprezzato nel suo primo romanzo “La repubblica delle farfalle”, ma ancora più particolare in “Anna Lilla”, appena pubblicato da Rizzoli.
Matteo Corradini, nato nel 1975, dottore in Lingue orientali con specializzazione in lingua ebraica, che si occupa di didattica della Memoria e fa parte del team di lavoro del Museo Nazionale dell’Ebraismo e della Shoah, scrive per i ragazzi ma parla agli adulti, raccontando della piccola Annalillache si ritrova ostaggio di Olga, la badante della nonna a cui l’hanno affidata i genitori e che, quando la donna si ammala, escogita l’evasione perfetta: la spedisce casa sua, ma non dice nulla a mamma e papà, per inziare una settimana di libertà assoluta, popolato dell’amicizia con la bella Vualà, i batticuori per il compagno di scuola Rambo, il mondo degli adulti e i suoi segreti, a volte terribili, la scopeta della nonna.
Alla fine, Annalilla saprà dire addio all’infanzia, perché in fondo l’ultima settimana di scuola e la prima settimana del mondo si assomigliano parecchio e sono un’anticipazione di qualcosa che accadrà.
Lungo le pagimne del racconto Annalilla ascolta la nonna; ascolta la pioggia, il vento, il sole sulla pelle; ascolta il proprio corpo che cambia, che sospira, che vive, che dice; ascolta Rombo che fa il bullo e poi nasconde la chitarra che adora suonare; ascolta la Vualà e ci ride, ci litiga, ci fa pace.
Un libro denso, fatto di tanti piani che si prestano a letture diverse, un libro che quel che non serve sottolineare (che Vualà ha la pelle più scura e la sua famiglia viene da un altro Paese lo si apprende poco a poco; viene da sè e sta bene così) e intanto mette in fila tante cose accompagnano il lettore rimanendo impigliate nelle sue dita: come quando Annalilla descrive come fa a riconoscerti uno che ti conosce davvero bene o quanto sia difficile prendersi cura di qualcuno (“tenere una nonna è peggio che tenere un animale”) o ancora Vualà che parla di quel che decide lei e dell’innamorarsi. Insieme il romanzo dice che fare festa e riposarsi sono la stessa cosa, m anche che talvolta si sente che non è successo niente e che sta andando bene così.
Presentato ad inizio mese a “Festivalletteratura”, il romanzo segna l’arrivo di Corradini nel filone autobiografico, con un racconto intimo capace di ogni libertà espressiva, sempre in perfetto equilibrio tra inviti a riflettere su fatti e parole di ieri e di oggi e situazioni indiscutibilmente esilaranti.
E dice bene Jeanne Perego:gli ingredienti per tenere i lettori incollati al testo fino al punto finale ci sono tutti: un periodare brillante, la travolgente lista dei sogni di Annalilla per la sua settimana di inattesa autogestione, situazioni, profumi, parole e suoni che, prima o poi, attraversano la vita e la mente di tutti gli adolescenti.
E, a proposito di suoni, al libro non manca neppure una seria colonna sonora, compilata alla fine del racconto. Si va da “When the Music’s Over” dei Doors a “The Great Gig in the Sky” dei Pink Floyd. Note probabilmente sconosciute al pubblico cui è indirizzato il libro, ma che risveglieranno ricordi negli adulti che avranno la fortuna di averlo tra le mani.


23 Settembre 2014

Categoria : Recensioni Libri
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