Legnini: l’Italia lo guadagna, noi lo perdiamo

Non è bene (se non nelle campagne elettorali americane… a pagamento) che un organo di informazione parli bene della politica e dei politici. Anche perché, diciamocela tutta, quando mai se lo meritano?
Nel caso di Giovanni Legnini ci pare giusto. E’ utile che la gente, raramente, abbia l’occasione per mangiare pane e fiducia. Legnini è alla guida del CSM, il massimo organo della magistratura. Il suo “capo” è il presidente della Repubblica. Di fatto, il vice, cioè Legnini nominato (come potete leggere in cronaca) oggi, guiderà il CSM.
E’ un’altissima carica, un alto riconoscimento, e finalmente un uomo preparato, serio, autorevole come gli riconoscono tutti, siede sulla poltrona su misura. Legnini farà onore all’Abruzzo, farà sapere all’Italia che qui non tintinnano solo manette, ma ogni tanto spunta anche qualche persona per bene, e di conclamato valore.
Ecco, tutto qua quello che volevamo dirvi. Legnini esce dal caravanserraglio scomposto e spesso cialtrone della politica praticata, gestita, e sale su uno scanno importante nello Stato, in questa povera Italia così bisognosa di gente meritevole. Certo, a noi egoisticamente dispiace. L’ex sottosegretario si stava occupando dell’Aquila e della ricostruzione con la competenza che gli è propria, lontano dalle grancasse e dalle passerelle. Il cratere ci rimette, va riconosciuto fuori dai denti. Ma l’Abruzzo e l’Italia ci guadagnano. Ed è quello che importa o dovrebbe importare.
Visto che una volta tanto voliamo alto, non guardiamo indietro. Gli uccelli non voltano mai la testa, battono le ali verso lontane mete e luoghi acconci per la loro vita. Bene, avvocato Legnini, sappiamo che lo Stato può avere fiducia in lei. E noi, minuscoli pezzetti di Stato, vogliamo averla.