Il sentiero d’Appari compie un anno


Paganica – Scrive Raffaele Alloggia: “A circa un anno dall’inaugurazione del sentiero della Madonna D’Appari, credo si possa fare un consuntivo sulla sua fruizione e capacità attrattiva. Un sentiero della lunghezza di circa 700 metri che sin dagli anni settanta del secolo scorso, Associazioni, e vari Parroci che nel tempo si sono succeduti ne auspicavano la realizzazione.
Ha avuto un iter burocratico travagliato, i primi passi di Istituzioni Pubbliche, per dotarsi di una bozza di progetto del sentiero, sono dell’Amministrazione dei Beni Separati di Paganica e datano marzo 2004. Il primo lotto su progetto predisposto in seguito dalla Provincia dell’Aquila fu completato nel 2008 grazie a 180 mila euro reperiti nei fondi P.I.T. previsti nell’ambito del progetto A.P.E. (appennino parco europa). Quando già erano stati individuati, da parte dell’Amministrazione in carica ulteriori fondi per il completamento dell’opera, a causa del terremoto del 6 aprile 2009, l’iter per l’appalto del secondo lotto fu sospeso e i fondi dirottati su più urgenti necessità. Successivamente, a seguito delle votazioni per il rinnovo dell’Esecutivo Provinciale ci fu un cambio di colore politico al comando, si pensò per la verità, che il sentiero potesse divenire un’ulteriore “cattedrale nel deserto”, invece, nonostante le gravi problematiche create dal sisma, visto l’interesse generale e la bontà dell’opera, ci fu un assoluto impegno e continuità amministrativa, che portò al completamento dei lavori e all’inaugurazione del piccolo capolavoro il 6 gennaio 2013. Se pur l’impegno economico nel suo complesso fosse modesto, è stato molto apprezzato dai paganichesi, che da anni non vedevano investimenti pubblici sul proprio territorio, si è dimostrato anche, che quando si lavora per il bene comune e non ci sono interessi di altra natura, i risultati si ottengono. Successivamente altre iniziative importanti per l’arredo del sentiero sono state intraprese anche da comuni cittadini per il completamento delle postazioni della Via Crucis, brillanti l’idee lanciate dai Beni Separati “adotta un’aiuola”, a cui molti cittadini hanno aderito con l’obbiettivo di rendere ancor più godibile il percorso e in questi giorni, con l’aiuto di volontari, a margine del sentiero sono state piantumate oltre cento piantine di felci e pungitopo rosso. Dal giorno dell’inaugurazione, migliaia di persone hanno calpestato quel sentiero, chi per la semplice passeggiata e chi per recarsi al Santuario della Madonna D’Appari, non solo cittadini paganichesi, ma anche moltissime persone provenienti dal territorio limitrofo. Durante le serate estive, il percorso essendo munito di lampioncini e fontanili di acqua potabile, è stato meta per centinaia di persone, anche a sera inoltrata. In quel tratto della Valle D’Appari, che unisce il paese al Santuario, di certo tra gli angoli più belli delle montagne d’Abruzzo, il mormorio delle gelide acque, che Gioacchino Volpe descrive come “del mio torrente Raiale”, non distrae dai ricordi di gioventù, mentre esso scorre veloce verso il fiume Vera, ma ti accompagna passo passo e nello stesso tempo si respira l’aria pura e fresca che scende dall’alto del Gran Sasso e si infila nella stretta valle. Quando arrivi nel piazzale, non vorresti che il sentiero finisse lì, ma alzando lo sguardo, un panorama notturno mozza fiato tra luci e ombre che mettono in evidenza l’antico Santuario, con un pezzo di cielo stellato e le rocce circostanti che scendono a strapiombo, ti invita a continuare il cammino fin là dove la Vergine Maria si mostrò all’umile pastorella Chiaravalle. Unico neo del luogo, rimane l’impatto visivo del materiale cementizio utilizzato, per la messa in sicurezza del tunnel, i cittadini di Paganica, impazienti restano in attesa per la messa in opera del progetto della Provincia di riqualificazione estetica, “effetto pietra” da lungo tempo annunciato. Il Santuario nel dopo terremoto, è divenuto meta di numerosi turisti e luogo molto richiesto per la celebrazione di matrimoni, se ciò si somma alle persone che frequentano il sentiero, si può ben capire come sia indispensabile un luogo dove poter “espellere i propri bisogni”, in caso di necessità. E’ovvio che per gli Enti preposti, il problema non è di facile soluzione, anche in relazione a quanto sopra detto, nulla toglie però, che una soluzione debba essere assolutamente trovata! E’ indispensabile anche, un’ulteriore impegno, affinché il sentiero sterrato già esistente che unisce il Santuario a Camarda, che poi prosegue per Assergi e San Pietro della Jenca, possa essere reso più agevole fino all’altezza della Fonte di Valleverde, ciò consentirebbe, in occasione della “Marcia del Perdono e della Pace”, ma non solo, unire Il Santuario di Papa Giovanni Paolo II, alla Basilica di Collemaggio completamente da un sentiero degno di tale nome, il quale potrebbe rappresentare un’importante opportunità per il nostro territorio.


09 Novembre 2014

Categoria : Turismo
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