’68, ’71 e morti del ’09: confronti generazionali


L’Aquila – GIOVETU’ ASSOPITA E DISINTERESSATA AL MALCOSTUME – Riceviamo da Sergio Giusti: “I ragazzi del ‘68 e gli aquilani del ‘71 scesero in piazza con delle motivazioni che confrontate con le problematiche di oggi, del nostro paese e, soprattutto della nostra amata città, risulterebbero incomprensibili se non ridicole. Noi ragazzi del ‘68 e aquilani del ’71, vecchi e stanchi, non abbiamo più le energie di quei tempi, ma solo rabbia nel constatare che la gioventù di oggi è assopita, confusa, disinteressata a combattere e protestare contro questa classe politica che, occupata solo a difendere i propri sporchi interessi di bottega e i succulenti privilegi economici, si sta dimostrando incompetente e incapace di combattere una crisi economica che, aggravata da una deriva di malaffare e di corruzione generale, sta mettendo in ginocchio il nostro paese.
E che dire, poi, della nostra città CAPOLUOGO, che abbiamo orgogliosamente difeso e sostenuto con i moti del ‘71 ? Leggevo degli illeciti contributi statali al fatiscente hotel di Campotosto, ma in città quanti edifici già in rovina prima del sisma sono stati abbattuti e ricostruiti (ne conosco diversi, uno su tutti, quale simbolo della categoria di appartenenza, quello all’ingresso di Via XX Settembre, di fronte all’edicola vicino al Tribunale), quanti vecchi portoni con lucchetti e catene arrugginite che davano su locali insani e malandati, ora sono portali di ingresso per sontuose dimore? Alcuni eletti hanno avuto ricostruite case principali, seconde case, case fuori porta, contributi per sostituzione edilizia esorbitanti, ecc..
Altri, tra infiniti cavilli burocratici, tra commissioni che non si riuniscono, tra pareri discordanti, tra pratiche che “navigano” da una scrivanìa all’altra, ancora aspettano, aspettano, aspettano…… Si sono ricostruiti e si stanno ricostruendo palazzi nobiliari VUOTI con fior di milioni sottratti ai veri bisogni della cittadinanza, per farci mostre fotografiche, bed-and-breakfast o per affittarli a scopo di lucro, mentre tantissimi aquilani stanchi e depressi, senza stemmi e casati, magari possessori di un’unica, modesta abitazione distrutta e, in attesa…….. del piccolo contributo, sono tuttora sballottati tra Fondo Immobiliare, C.A.S.E. e M.A.P. con traslochi improponibili e insostenibili, soprattutto per gli anziani (leggevo di quella coppia di circa novanta anni a testa, trasferita brutalmente nei giorni scorsi nei M.A.P. di Arischia), privati di ogni possibilità di socializzazione, con balconi che cadono, bollette pazze, soffitti e pareti umidi e pieni di muffa, riscaldamenti che funzionano a singhiozzo, con l’acqua calda diventata un optional, con furti e/o danneggiamenti di auto nei garage aperti, con fogne che straripano e, a volte, non per essere razzista, con coinquilini di nazionalità straniera di dubbia moralità e correttezza.
Alcuni insediamenti si stanno riempiendo a dismisura di questi stranieri che con la crisi di lavoro persistente e abituati a vivere di espedienti, potrebbero, in alcuni casi, mettere a repentaglio la tranquillità, già abbondantemente devastata, delle povere famiglie aquilane. (Almeno, per il futuro, cerchiamo di evitare, una “Tor Sapienza” aquilana). Questo comportamento dissennato dei nostri governanti locali che, a tutti gli effetti, sta alimentando tra gli aquilani di estrazione diversa, il rischio di un conflitto sociale da medioevo, contrasta appieno con la totale sottomissione di una città e soprattutto dei suoi giovani abitanti, figli e nipoti dei sognatori sessantottini e degli impavidi combattenti del ‘71, che appaiono rassegnati alla sofferenza, ai soprusi, alle angherie provenienti in gran parte proprio da tutte quelle ISTITUZIONI, che dovrebbero tutelare i diritti dei cittadini, soprattutto di quelli più deboli e sofferenti.


16 Novembre 2014

Categoria : Dai Lettori
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