Fluad, ma sospetti su altri lotti: il quadro e i dettagli della situazione che riguarda direttamente ormai anche l’Abruzzo


(a cura di Flavio Colacito – psicopedagogista). “IL PRIMO CASO IL 7 NOVEMBRE, SEGNALATO SOLO 15 GIORNI DOPO” – Potrebbero essere 12 i decessi sospetti su cui l’Aifa sta svolgendo le sue indagini per individuare eventuali correlazioni con l’assunzione del vaccino antinfluenzale Fluad. Ciò in relazione a quanto s si apprende leggendo i dati dell’Agenzia del Farmaco.
Inoltre il numero dei lotti di vaccino antinfluenzale Fluad sospettati di aver provocato diversi decessi in varie regioni italiane è purtroppo salito a 6, spingendo l’Aifa a stimare ben 1.357.399 dosi potenzialmente pericolose. I vaccini , inizialmente, erano circoscritti a soli 2 lotti sospetti prontamente bloccati dall’Aifa, ma in queste ore è maturata la necessità di ripetere lo stesso provvedimento anche per gli altri 4 lotti, una condizione puramente cautelativa che non esclude altri ritiri se la situazione dovesse farsi più complicata.
In base ai 12 decessi attualmente sotto esame, se tutte le dosi di questi 6 lotti fossero state utilizzate sui pazienti, la percentuale di decessi passerebbe dallo 0,001% (1,2 ogni 100.00) allo 0,0009% (0,9 ogni 100.00) con una diluizione del 25% del segnale, tiene a precisare l’Aifa. Se ne fossero state somministrate anche solo la metà, il numero di decessi sarebbe comunque inferiore di centinaia di volte rispetto a quanto atteso nella stessa popolazione non vaccinata (circa 8.000 all’anno decessi per complicanze dell’influenza).
Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha cercato in questi giorni di smorzare la tendenza all’allarmismo. “Prima di scatenare un allarme dobbiamo avere tutte le evidenze degli esami, i primi test non stanno dando evidenze di una correlazione” tra le morti di questi giorni e i lotti di vaccino ritirati dall’Aifa – ha affermato il ministro a Sky Tg24. “Stanno indagando l’Istituto superiore di Sanità e i Nas, e in più le procure e nei prossimi giorni le indagini delle autopsie. Ho dato mandato agli uffici – ha quindi precisato Lorenzin – per capire se possiamo modificare la direttiva europea sulla farmacovigilanza, che è in capo alle regioni e parla di ‘azione tempestività. In realtà sono passati più di 15 giorni da alcuni decessi alle segnalazioni, un po’ troppo. Se potremo faremo subito una modifica scrivendo ‘tra 24 e 48 ore’ per dare un tempo certo. Suggerisco alle regioni – concludendo – di agire in modo condiviso per non creare ne’ falsi allarmi ne’ dei buchi nel campo della vaccinazione che potrebbero procurarci danni molto seri nei prossimi mesi”. “Le regioni – ha tenuto a sottolineare ancora il ministro parlando alla Camera – sono responsabili della vigilanza dell’applicazione dei vaccini e devono informare tempestivamente sugli effetti delle vaccinazioni. C’e’ stata in questo caso una carenza da parte delle regioni molto forte”. “Appena l’Aifa ha avuto la segnalazione da parte delle regioni il ministero e’ intervenuto”- ha poi puntualizzato – “ma dal primo caso avvenuto il 7 novembre c’e’ stato un ritardo di 15 giorni”.
“Noi – tiene a chirire il ministro della Salute – agiremo con estrema durezza se ci dovessero essere dei riscontri verificati” – con chiari riferimenti agli effetti delle vaccinazioni – ma non bisogna creare allarmismi”. Per evitare false e pericolose idee a riguardo, osserva sempre la Lorenzin, in buona sostanza è quindi indispensabile una concertazione generale delle forze politiche sulla necessità di rafforzare la normativa sulla farmaco vigilanza con la partecipazione attiva delle regioni nel più breve tempo possibile, non oltre le 48 ore. A Lorenzin ha replicato il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, manifestando il suo dissenso: “Noto con stupore che anche il Ministro Lorenzin si lascia andare ad uno sport troppo praticato nel nostro Paese: quello dello scaricabarile”. Da questa faccenda emerge la sola necessità di fare chiarezza, lontano dalle solite polemiche, sui reali rischi a cui vanno incontro tante persone, per primi gli anziani e i malati cronici, così da evitare psicosi collettive là dove in gioco c’è il bene più grande che è la vita.


30 Novembre 2014

Categoria : Salute & Benessere
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