Porta Napoli, “centro commerciale” , orari e tariffe…


L’Aquila – Scrive Franco Taccia: “Sulla nuova geniale opera che “qualcuno” vorrebbe realizzare a L’Aquila si è già espresso Mons. Antonini con un’analisi completa sia per quanto attiene l’impatto ambientale sia riguardo aspetti fondamentali di carattere artistico/architettonico/storico, purtroppo non a tutti di facile comprensione.

A me, da cittadino aquilano, non so perchè torna in mente la transiberiana di Via Roma (quella che avrebbe dovuto portare almeno 10.000 persone al giorno per star dentro ai costi) della quale ai posteri molto probabilmente resterà memoria per via delle rotaie e dei segnali stradali triangolari che avrebbero dovuto appunto segnalare il passaggio dei convogli e che stranamente ancora resistono alle brame dei collezionisti.
Ma dicevamo della “direttissima” che da Porta Napoli dovrebbe facilitare l’approdo al centro commerciale vicino a Monteluco. Tra le tante motivazioni che la renderebbero necessaria come il pane ho letto quella che accenna al conseguente snellimento del traffico su via Corrado IV e via XX Settembre che mi ha particolarmente colpito. Perchè dal momento che conosco L’Aquila piuttosto bene mi sorge il dubbio che per evitare che il traffico risparmiato alle due strade citate finisca per portarne al collasso altre come via Strinella, l’unica sarebbe portare le macchine a porta Napoli con elicotteri navetta.
Tutto per via del famoso “masterplan”, termine molto in voga al momento, che però , cito una delle definizioni più semplici, pare che sia “… un documento di indirizzo strategico che sviluppa un’ipotesi complessiva sulla programmazione di un territorio, individuando i soggetti interessati, le possibili fonti di finanziamento, gli strumenti e le azioni necessari alla sua attuazione. Esso è uno strumento volontario che è liberamente condiviso e approvato dai soggetti interessati, siano essi pubblici e /o privati, da attuarsi mediante una o più intese ed è caratterizzato da processi partecipativi che sanciscono la validità del suo contenuto ai fini economici e sociali per i cittadini dei territori interessati dal progetto di programmazione territoriale…”

Ecco, vorrei attirare l’attenzione sulle parole evidenziate alla fine della descrizione, perchè, detto brutalmente, ma chi l’ha detto che sia valido per i cittadini?

E se la gente a L’Aquila, magari, prima di pensare a “sto” masterplan, preferisse vedere le strade senza buche, l’illuminazione dove non si vede un tubo, le fermate dei pullman urbani e di linea ad Acquasanta dotate di ripari per i viandanti, i tombini puliti, gli alberi potati prima che cadano in testa a chi passa (anche perchè gli allerta della protezione civile non mettono al riparo dalle fratture del cranio), la pedana di cemento a metà via Roma riimossa, oltre le centinaia di altre problematiche che con l’alibi del terremoto nessuno affronta?

Povera città, in balia dei terremoti, di politici (?) onniscenti, ma gioiosa comunque per i mitici masterplan, come quello che a Piazza d’Armi ha prodotto una distesa di cemento armato (almeno credo) adibita a mercato, giusto per far compagnia alle tonnellate di cemento delle palazzine della GGFF su di un’area che per decenni in balia dei cingolati una volta affrancata avrebbe soltanto dovuto essere riempita di alberi.

Una cosa è comunque certa ed è che se per assurdo anche a L’Aquila ci fosse stata una torre come quella di Pisa, e il sisma l’avesse distrutta, a qualcuno masterplan alla mano, sarebbe venuto in mente di sostituirla con una rotatoria, perchè vuoi mettere……..


13 Gennaio 2016

Categoria : Senza categoria
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