L’incendio di Roma e il terremoto a L’Aquila, a ciascuno il suo Nerone (o Petrolini…)


“..Ignobile plebaja! Così ricompensate i sacrifici fatti per voi? Ritiratevi, dimostratevi uomini e domani Roma rinascerà più bella e più superba che pria…”

Così Nerone/Petrolini al popolo che sbraita, all’insegna di un pragmatismo inattaccabile, del tipo: “a regà, visto che a Roma s’è abbruciato tutto mo la rifamo più bella…! “.

Da noi fu la natura a far danni, assecondata da molti che costruirono dove non si sarebbe potuto e non come si sarebbe dovuto, con la omertosa partecipazione di chi sapeva quel che poteva accadere ma era troppo preso da interviste di argomento vinicolo, telefonate, da sedute (?) rilassanti e da imminenti manifestazioni ludiche.
Solo che L’Aquila pur gravemente danneggiata aveva mantenuto la propria fisionomia.
Ma anche qui da subito scattò la fregola di rifare tutto più bello e più grande, alla faccia della conformazione urbana, dei conseguenti insediamenti abitativi e delle consuetudini che nel corso dei secoli si erano sempre più rafforzate adeguandosi in modo simbiotico a ciò che le conteneva; la città, appunto. Ma sopratutto senza che la gente aquilana si fosse mai sognata di chiedere una “plastica facciale” per la “vecchia” città dei “99″…
Per cui dove crollò un palazzo, fatto con la sputazza, via ad un altro anche più alto e più largo, dove c’erano alberi secolari (che col terremoto non caddero), zacchete, un bel taglio e vai con una rotatoria. Intanto caos da far paura, per via dei lavori e per via delle migliaia di persone che, portate a dormire a 15 km da dove stavano prima, con la giustificazione del tetto per tutti ma in realtà solo per aver mano libera, pian piano cercano di riavvicinarsi ai patri lidi, vuoi per necessità e vuoi per respirare la stessa aria (si fa per dire) di prima.
E’ vero, c’è il caos, per cui basta col degrado e col traffico impazzito. Allora si rifaranno le strade? Si puliranno le caditoie ostruite da decenni? Si asfalteranno le strade ridotte a mulattiere? Si “riappicciano” i semafori all’incrocio a 10 metri da Questura/Vigili del Fuoco/ Caserma Alpini? Ma no, queste sono sciocchezze!
E dovendo pur cominciare a limitare le soste selvagge una delle prime azzioni comincia guarda caso da via Chiarizia, a destra dopo Porta Leoni, che viene di fatto resa simile a “strada privata” e riempita di cartelli che segnalano il permesso di sosta per i soli residenti, sia quelli normali che quelli vip….con facoltà di accesso e sosta breve solo per l’ASM per la monnezza e il Postino, che almeno lui, visto che “suona sempre due volte” può trattenersi un po di più. Ma perchè, chi abita al Torrione non è anche lui residente?
Intanto dopo l’annuncio che un certo “masterplan” avrebbe deciso che chi vuol vedere l’aquilone ci debba andare per forza da Porta Napoli , eccone un altro che ci informa che al più presto L’Aquila sarà percorsa da bici a “pedalata assistita”, non dall’INPS ma da una batteria. Cioè visto che L’Aquila ha “qualche” salita , quelli che non ce la fanno neppure nel corridoio di casa, avranno un aiutino. E siccome si pensa a tutto, ecco anche le piste ciclabili (cemento e asfalto presumo, chè la moquette con l’acqua rallenta la pedalata). Già mi immagino la gente che durante la bella stagione che a L’Aquila dura moltissimo, come alle Haway, ovvero un mese.., che parte da Sassa, si sgrugna 10 km di sola andata, va al lavoro al Torrione o a Via Strinella, arriva fresca come una rosa dopo 2 ore in ufficio o a scuola e, se non è “schionfata” rifà il tragitto inverso la sera. Ma tanto al comune costerà “solo” qualche centinaio di migliaia di euro”..con prossima edizione qui in città di una edizione ridotta dell’expo, appunto per sole bici al “litio”.
E poi si metterà fino allo sconcio delle auto parcheggiate dove capita, quindi di nuovo soste a pagamento (chissà se dovranno pagare anche le centinaia di operai che giunti da Caserta, Frattamaggiore o Cupramontana lavorano a L’Aquila, dormono in 4 in una stanza e mangiano pane e mortadella). Si potrebbe continuare all’infinito ma quel poco che si prospetta fa pensare ad esempio ad un appartamento, che ha il cesso rotto, le finestre sfondate e l’acqua che entra dal tetto, col padrone di casa che per cominciare a renderlo vivibile mette il videocitofono!
Qui, tranne gli Aquilani, decidono tutti, ognuno ha voce in capitolo , purchè sia esponente di qualche partito al governo; optional le competenze specifiche, tranne quelle evidenziate nei “curricula”, che spesso non riportano tioli di studio di sorta ma precisano tuttavia la passione per la filatelia o per il subbuteo, per la pesca alla trota o per gli arrosticini.


15 Gennaio 2016

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