L’Adultera di Laudomia Bonanni



18 FEBBRAIO, “L’ADULTERA”, COLLANA NOVECENTO ITALIANO, ELLIOT EDIZIONI 2016.
LAUDOMIA BONANNI LASCIA UN COMMENTO.
Di Gabriele Ottaviani.
Era rimasta inchiodata alla parete del corridoio, in quello stato di collera fredda che schiarisce il cervello. Ricordò perfino una raccomandazione di Antonio, del tutto svanita dalla mente, che per ogni evenienza in viaggio bisogna rivolgersi al capotreno. Un ferroviere occupava il posto di servizio, lo scorse in fondo sul sedile di legno. Ma un capotreno sarà fregiato di galloni, meno accessibile al pubblico. E del resto ormai non poteva più rivolgersi a nessuno. Il danaro dello stipendio di Antonio. Glielo aveva sempre restituito intatto, lui forse credeva che riscuotesse un acconto dai clienti, parte delle spettanze, o qualsiasi cosa credesse. Mai aveva tenuto in gran considerazione quel danaro, con indifferenza lo prendeva e lo riportava senza servirsene. Appunto, lo riportava. Non averlo più è diverso. Provò un disagio acutissimo. Lo sbattito della parete contro la schiena la spinse a farsi avanti, poggiando le braccia sulla sbarra metallica del finestrino e la fronte al vetro con momentaneo sollievo. Un atto insensato, quella fuga dal posto abbandonando la borsa. Non per la borsa, che lasciava facilmente, noncurante e aliena dai sospetti, ma per essersi fatta giocare alla stregua di una ragazzina. Scappar via come se vedesse il diavolo. Ma sì, le ragazzine oggi quel diavolo lì non le spaventa. Sembra piuttosto che sia la reazione incontrollabile delle donne dabbene. E ridi, su. Nient’altro che il rimbalzo dal sonno, una specie di collasso delle facoltà. Da paralizzarla, rendendo il suo contegno debole e inefficace. Si stupì a un tratto di aver permesso all’agente, per due volte, l’interruzione delle indagini.
L’adultera è un grande successo letterario di tanti anni fa di una autrice che nella storia del Novecento letterario italiano avrebbe meritato maggior fortuna di quanta invece non ne abbia avuta, nonostante i numerosi riconoscimenti che si è aggiudicata: probabilmente in pochi infatti oggi conoscono la figura diLaudomia Bonanni, aquilana, di cui Convenzionali ha parlato in diverse altre occasioni, insegnante e figura importante per il suo lavoro nel tribunale per i minorenni. Tema ricorrente della sua prosa appare nitidamente l’attenzione per gli ultimi, per coloro che hanno meno per il fatto che la vita ha riservato loro un minor numero di opportunità. Anche le sue figure femminili si manifestano come piuttosto interessanti e niente affatto retoriche, nonostante alcuni abbiano trovato e trovino la sua scrittura datata: opinione che sembra assai discutibile, anche se certo il legame con il contesto storico e sociale del suo tempo si palesa come senza dubbio solido, notevole. Associata per un certo periodo al fascismo, il che ha determinato per lei anche una sospensione dal lavoro, amica di molte intellettuali sue contemporanee, su tutte Maria Bellonci, che la stimava molto e a cui Laudomia stessa ha dedicato articoli, racconti, scritti vari ed elzeviri, L’adultera, riedito, come sempre in una pregevole forma, da Elliot, tradotto e pubblicato in francese nel millenovecentosessantacinque, un anno dopo la prima edizione targata Bompiani, narra con il consueto realismo, qui arricchito da una nuova gamma espressiva, la vicenda di una donna lucida e grondante raziocinio, che recuperando il passato sul filo della memoria racconta anche molto della collettività. Da leggere.


03 Marzo 2016

Categoria : Recensioni Libri
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