Cronistoria della mia esperienza “99gattiaq”


L’Aquila – Scrive Luigi Rubei: “Dal sei aprile risiedevo alla tendopoli di piazza d’Armi. Erano rimasti in casa e nel suo giardino otto gatti a cui portavamo cibarie a giorni alterni. A fine aprile erano scomparsi sette gatti – restava Briciolo a guardia del posto. In maggio incontrai Sandro Tosone che, con alcune volontarie, distribuiva cibo in zona. Feci presente la mia disponibilità ad aiutarli e mi fu risposto che quando le volontarie fossero andate via – da ciò presumo che non fossero dell’Aquila – mi avrebbe chiamato. Passarono i giorni e nel frattempo avevo preso in cura tre colonie feline (che tuttora ho sotto controllo) e recuperato tre micini abbandonati (la madre era morta da un mese e mezzo, mi fu detto) dei quali due li portai al servizio veterinario di Collemaggio dove furono presi in cura dalla dottoressa Paola mentre una la presi con me sempre con le cure della dottoressa.
Talvolta incontravo Tosone e ogni volta confermavo la mia offerta di aiuto.
A giugno scomparve Briciolo da casa. In agosto mi chiamò Tosone per una riunione presso il canile della Asl a Collemaggio: si doveva parlare della costituzione di una associazione insieme ad una certa Josephine che era da lui molto stimata.
Alla riunione, fra gli altri, erano presenti Cucce Felici, la Lav, Paola Strinati, una dei volontari dell’Unita` di Crisi Veterinaria, e Josephine Scandi per R.A.N. Onlus.
Josephine parlò delle leggi e regolamenti riguardanti gli animali randagi in genere e in particolare i gatti; sua intenzione era di aprire una sede secondaria della sua onlus a l’Aquila, come previsto dal suo progetto “SOS Gatti Terremotati”, e di far sì che ci fosse un accordo tra le varie associazioni per intervenire sinergicamente sul problema del randagismo – censimento gatti, sterilizzazione, alimentazione, assistenza sfollati con compagni non umani – resosi ancor piu` drammatico in seguito al sisma del 6 aprile..
Quello che chiese fu la massima trasparenza a proposito delle eventuali donazioni chiedendo a Paola Strinati ed altri volontari locali che evitassero di chiedere le donazioni tramite Pay Pal e Postepay e che fosse presentato regolarmente un rendiconto dettagliato delle donazioni in entrata e in uscita.
Non fu accettata la collaborazione da parte della Strinati (che decise quindi di fondare un gruppo suo) e la riunione si sciolse con un nulla di fatto.
Fu accettata la mia collaborazione da questi volontari locali per la distribuzione giornaliera del cibo nella zona rossa, eseguito da Katy Marzoli e poche altre, e quindi iniziai i giri di distribuzione in compagnia di Katy con l’assistenza dei VV/F F secondo la mappatura effettuata in precedenza.
Qualche tempo dopo mi fu inviato un messaggio via email in cui si annunciava la costituzione dell’associazione 99gattiAQ.
Dal quattro di settembre venimmo io e mia moglie trasferiti alla scuola della Guardia di Finanza presso Coppito.
Data la distanza dal centro e dato il fatto che avevo trovato un lavoretto la mia collaborazione divenne settimanale, al sabato.
Nella seconda metà di settembre mi misi in contatto con Josephine anche perché non potevo procurarmi più cibo a sufficienza per le colonie che gestivo – precedentemente lo recuperavo alla mensa della tendopoli dove quello inutilizzato veniva gettato obbligatoriamente – e all’associazione 99gattiaq interessava solo il centro storico, la cosiddetta “zona rossa”.
Per correttezza, in occasione del versamento all’associazione della mia quota per l’assicurazione dei soci, avvisai una socia che collaboravo anche con Josephine, al che mi disse che avrebbe avvisato Paola Strinati.
Il sabato seguente, come dagli accordi presi agli inizi di settembre, mi recai al canile da dove partivamo per compiere il giro di fornitura cibo e mi fu detto che Katy era andata con Paola Strinati.
Il tutto senza una spiegazione né un avviso.
Comprendendo di non essere più benvisto non frequentai più l’associazione.
In novembre o inizi dicembre anche Katy fu trasferita alla Scuola della Guardia di Finanza dove quotidianamente venivano a prenderla i VV/FF per il giro quotidiano.
Sapendo che andava da sola mi offrii due volte di aiutarla ma lei rifiutò.
Durante la prima quindicina di gennaio mi giunse voce che mancava cibo nelle postazioni dei gatti.
Feci un giro da solo iniziando dal viale Duca degli Abruzzi e dintorni e in effetti trovai tutte le postazioni abbandonate, prive anche di ciotole, alcune con l’acqua sporchissima, un dispenser di crocchette completamente vuoto.
Avvisai di ciò Josephine che venne a L’Aquila e assieme ad un dirigente del DPC facemmo un giro nelle postazioni est della città: completamente vuote e abbandonate, addirittura un dispenser (precedentemente acquistato e donato da Josephine) rovesciato per la strada e rotto in parte.
Decidemmo allora che io, secondo le mie possibilità – essendo a piedi – rifornissi alcuni punti ristoro, e quindi cominciai a distribuire il cibo in circa venti punti a giorni alterni nella zona nord e nella zona sud.
Durante i miei giri interpellai alcune pattuglie di militari di stanza sul posto a proposito della presenza di “una signora accompagnata dai VV/FF che portava da mangiare ai gatti del posto”.
Le risposte furono le seguenti:
In via Castiglione angolo quartiere Banca d’Italia: “È molto tempo che non viene più”.
In via Fontesecco: “Sono almeno tre settimane che non viene”.
In viale Duca degli Abruzzi: “È venuto un signore accompagnato dai vigili del fuoco per dar da mangiare ai (suoi) gatti”.
Tutti costoro avevano già visto in precedenza la Marzoli.
Avevo recuperato nel frattempo il dispenser abbandonato e rotto e dopo averlo riparato lo avevo messo in una postazione che per me non era facilmente raggiungibile.
In data ventisette gennaio incontro per la prima volta la Katy Marzoli accompagnata dai VV/FF in piazza Matteotti, dove mi assale verbalmente proclamandosi unico gestore dei punti ristoro compresi tra via Veneto e piazza Matteotti e getta via sia il cibo umido che le crocchette che nel frattempo avevo posto negli appositi contenitori.
In data ventotto gennaio la reincontro in piazzale della Stazione mentre mi reco presso la postazione in via Tancredi da Pentima dove avevo lasciato il dispenser da me recuperato e accomodato.
All’interno della postazione, sita in una zona privata al cui proprietario avevamo chiesto precedentemente il permesso di lasciare il cibo per i gatti, il dispenser mancava e il contenuto giaceva sparso nel raggio di qualche metro al di fuori della zona del vero e proprio punto ristoro.
Nel frattempo veniamo a scoprire che il gatto rimasto fino a giugno nel giardino di casa è stato spedito ad un gattile ad Osimo da una donna che lo aveva evidentemente catturato o nel giardino stesso o nelle immediate vicinanze – visto che Briciolo non era abituato a uscire – senza neanche inserirlo nel database fotografico presente presso il canile della Asl che noi consultavamo settimanalmente. Tutto ciò fino ad oggi, 29 gennaio 2010″.
(Nella foto Col: Un povero gatto magrissimo si aggira nelle strade vuote)


05 Febbraio 2010

Categoria : Dai Lettori
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