Spazio scuola – Lettera docenti Cotugno


L’Aquila – Lettera aperta redatta dai docenti del Liceo Cotugno sulla situazione della loro scuola. Seguono in calce le prime firme raccolte, mentre si prosegue nella condivisione del documento.
“Pochi dati nuovi acquisiti e peraltro non divulgati. Non è stato aggiornato lo studio di vulnerabilità del 2013, né tanto meno smentiti i dati preoccupanti sulle criticità strutturali di mezzo edificio (il corpo F), che infatti viene chiuso, pur mantenendo assurdamente il certificato di agibilità del 2009.

Nessun dato è stato vagliato da tecnici terzi, né la ReLuis ha operato in alcun modo.

A cosa è servito un mese di chiusura dell’edificio? Forse alla Provincia per mettere a posto le carte. Ma noi siamo nella stessa situazione di prima. Abbiamo molte domande a cui dovrà essere data risposta, nell’incontro che ci è stato promesso a suo tempo, per illustrarci i risultati del percorso compiuto. Altrimenti sarà impossibile ristabilire il rapporto di fiducia con le istituzioni che è stato gravemente compromesso da questa vicenda.

Intanto, aderiamo con convinzione alla manifestazione indetta per domani 10 marzo dagli studenti.

Il documento emanato dall’Amministrazione provinciale con cui si stabilisce il rientro del Liceo Cotugno in una parte dell’edificio di via da Vinci è pieno di incongruenze e dimostra una volta di più la maniera a dir poco opaca con cui continua a essere gestita tutta la vicenda.

Intanto, ben pochi sono i nuovi dati acquisiti, che peraltro non vengono resi noti.

Ci fanno rientrare nel vecchio edificio sulla base di due elementi: la relazione dell’ingegner Giuseppe Pace, che al momento non è dato conoscere, e il certificato di Idoneità statica e Agibilità sismica del 2009 (come se nel frattempo non ci fossero stati i dati della prova vulnerabilità del 2013, che dimostrava criticità strutturali, poste peraltro alla base della programmazione di lavori già finanziati).

La relazione dell’Ingegner Pace, si dice nel documento, è basata sugli esiti delle prove relative all’ultima campagna di indagine, cioè le prove di carico sui corpi F e G, e i carotaggi. E’ utile precisare che le prove di carico e la “verifica ai carichi statici” sono due cose DIVERSE.

Le nuove prove smentiscono la mancata verifica ai carichi statici del corpo F? Evidentemente no, altrimenti non ci sarebbe interdetto l’uso di quel corpo, che costituisce circa metà della scuola.
Peraltro, dal documento si evince chiaramente che una nuova verifica dell’analisi statica e un aggiornamento dello studio di vulnerabilità sismica, non sono stati fatti (erano stati richiesti all’ingegnere Catana, autrice dello studio del 2013).

Qui sarebbe anche da chiedersi quale sia la correttezza metodologica con la quale si affidano delle nuove verifiche agli stessi tecnici che hanno già lavorato a studi e progetti sull’edificio.

Non si era detto inizialmente di affidare queste verifiche a tecnici terzi (sotto la supervisione della Reluis?)

Ma ancora più sconcertante è l’incongruenza con cui viene motivata la sospensione dell’utilizzo del corpo F.

Si dice che questo corpo viene chiuso per motivi precauzionali: ma questa precauzione viene adottata solo adesso? Dopo che tre anni sono passati da quando l’Amministrazione provinciale ne conosce le criticità strutturali e statiche? Dunque per tutto questo tempo si è tenuta una comunità scolastica di 1300 persone a rischio?

La chiusura “precauzionale” del corpo F viene motivata con l’attesa di nuovi controlli e verifiche, sulla base delle linee guida dettate dalla Reluis, nonché dell’esecuzione dei lavori di adeguamento strutturale. Ma le due cose sono contraddittorie: o si decide di approfondire i controlli, mettendo in dubbio i dati dell’analisi statica del 2013, oppure si decide di fare i lavori di adeguamento strutturale già finanziati per una somma di 750 mila euro, dando per buoni quei dati.

Comunque sia, visto che erano state rilevate criticità nella struttura, questi nuovi controlli andavano fatti tre anni fa, oppure bisognava dichiarare inagibile parte della struttura, come dettano le circolari della Protezione civile.

E ancora: del corpo F ci faranno usare rampe e pianerottoli (altrimenti sarebbe impossibile muoversi e uscire dall’edificio) sulla base delle prove di carico che hanno dato esito positivo.

Ma le stesse prove di carico sono state effettuate anche nelle aule del corpo F: come mai queste non sono utilizzabili? Qual è l’esito in questo caso? Perché non si dichiarano formalmente inagibili, come di fatto sono? E perché per tre anni gli studenti sono stati tenuti lì in queste stesse condizioni?

Quanto alla parte restante dell’edificio che si dichiara sicura, perché non viene emesso un nuovo certificato di agibilità che tenga conto di tutti gli studi e le prove materiali effettuati dal 2009 in poi?

Ma soprattutto: a cosa sono serviti questi 30 giorni di chiusura? Nel documento si dice che sarebbero serviti per due cose: consentire gli approfondimenti necessari in base alle verifiche tecniche eseguite e in attesa di nuove procedure di controllo, sulla base delle linee guida dettate dal Consorzio ReLuis.

Ora: gli approfondimenti sulle nuove prove eseguite non sono stati fatti, come si è detto. Quanto al Consorzio Reluis, nel documento si dice espressamente che la convenzione tra ReLuis e Regione non è ancora perfezionata. Dunque, anche il Consorzio ReLuis finora non ha potuto fare nessuna delle tante cose elencate nel documento (compreso un nuovo studio di vulnerabilità, il che significa che i soldi spesi finora per gli studi già compiuti sono stati buttati al vento).

Forse questo mese è servito a cercare locali alternativi per far riprendere le lezioni di mattina agli studenti del Cotugno? No, perché la ricognizione degli spazi, partita con estremo ritardo dopo ben tre settimane di turni pomeridiani, non è a tutt’oggi ancora definita e la Provincia non sa di quali altri spazi potrà disporre per ricollocare le classi che non entreranno più nel vecchio edificio.
Perciò la risposta alla domanda a cosa sono serviti questi 30 giorni è presto detta: a NULLA. Perché siamo oggi nella stessa situazione di un mese fa.

Ci si impone un rientro in tempi brevissimi, senza un quadro chiaro della ricollocazione dei vari indirizzi e senza tener conto delle enormi difficoltà organizzative che questa comporta. La provincia sta effettuando ancora questa mattina la ricognizione degli spazi, a ulteriore riprova che in questo mese nulla di concreto è stato fatto nemmeno dal punto di vista logistico. Siamo trattati peggio di pacchi postali. Come se tutto questo non bastasse, stamattina si è scoperto il furto di materiale di valore all’interno dell’Istituto, dove oltre ai ladri sono entrati anche i topi.

Infine: in occasione degli incontri che Regione, Provincia e Comune hanno tenuto a fine gennaio nelle scuole, era stato detto dal vice presidente della Regione Lolli che ci sarebbe stato alla fine dei controlli sul Cotugno un nuovo incontro per illustrare i dati.

Ci aspettiamo, o meglio, esigiamo che questo impegno venga mantenuto. Perché a tutte le nostre domande deve essere data risposta. Altrimenti sarà impossibile ristabilire il rapporto di fiducia con le istituzioni che è stato gravemente compromesso da questa vicenda.

Intanto aderiamo con convinzione alla manifestazione indetta dagli studenti per domani 10 marzo.

I docenti del Liceo Cotugno, queste le prime firme raccolte, mentre si prosegue nella condivisione del documento.

Anna Lucia Bonanni

Emilia Bernardi

Loretta Bonifaci

Alida Colaiuda

Maria Franca Corona

Angela D’Amato

Armida De Meo

Francesca Del Papa

Lucila Di Luca

Paola di Marco

Tiziana Falancia

Rosanna Gallina

Rosaria Lattanzi

Francesco Leone

Emmy Lhoneux

Roberta Magnante Trecco

Donatella Mancinelli

Anna Maria Nanni

Anna Maria Peluffo

Elvira Prioli

Anna Maria Romano

Enza Maria Ruscetta

Nadia Sulli

Doriana Turcossi


09 Marzo 2017

Categoria : Dai Lettori
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