NOTE DI LETTURA: Uccidere il Presidente


L’Aquila – Emanuela Medoro scrive:
“To Kill the President, è un thriller di Sam Bourne, pubblicato da Harper and Collins in Inghilterra, ma non negli Stati Uniti, copyright 2017, distribuito in Italia, finora in inglese, da Mondadori. Sam Bourne, pseudonimo del giornalista inglese Jonathan Freedland corrispondente del Guardian da Washington, è uno stimato e ben noto commentatore di affari americani oltre che autore di romanzi. La copertina di questo libro, illustrata con una pistola colorata come la bandiera a stelle e strisce, annuncia il più esplosivo thriller dell’anno.
La storia inizia con un episodio assai inquietante. Il Presidente mette le mani al collo, tentando di strangolarlo, al generale dell’esercito che gli nega i codici di accesso per l’uso del nucleare; si giunge poi a dieci secondi dal lancio dell’atomica, che non avviene solo perché due dei suoi collaboratori riescono a fermarlo con un banale inganno.
Segue una serie di morti improvvise e violente, la prima, quella del medico personale del Presidente costretto a suicidarsi nella sua macchina con un colpo di pistola in bocca. Sparsi qua e là nel mezzo della narrazione che si svolge a Washington e negli USA, ci sono episodi di morti premature, accadute in giro per il mondo, di poco antecedenti gli avvenimenti di Washington. In Islanda muore un giovanissimo americano genio dell’informatica, fondatore di una start up dal valore ignoto anche per lui, che non sa bene se la sua ditta vale decine o centinaia di milioni. Un altro muore a Delhi, in India, per un incidente stradale dopo un lungo inseguimento da parte di ignoti. Un altro incidente in Namibia dove un riccone del Texas si era recato a caccia. Per caso si salva, ma nella sparatoria rimane ucciso un militare americano.
La narrazione di queste morti s’ intreccia a ciò che accade a Washington. Fra i protagonisti anche una donna, Maggie Costello, di origine irlandese, singolare presenza femminile ancora al suo posto dalla precedente amministrazione, in un periodo di trionfo e rivincita del maschio bianco. Incaricata di indagare sulla morte del medico, scopre una trama segreta per uccidere il presidente, trama che le suscita una domanda, e se dopo il crimine scoppia una guerra civile? Agisce secondo coscienza e si scontra con i protagonisti maschili della vicenda, tutti bianchi: il vice presidente, il ministro della difesa e il capo del personale della Casa Bianca.
E così, attraverso dialoghi memorabili, il lettore scopre la smisurata dimensione della insaziabile fame di danaro e potere dell’inquilino della Casa Bianca, incapace di distinguere il pubblico dal privato, anzi capacissimo di usare il pubblico per scopi privati. Cito solo alcune delle tante frasi che lo descrivono, lasciando da parte lo svolgimento della trama e il finale sorprendente, per non rovinare il gusto della lettura.
“Un solo scandalo può distruggere un buon presidente, ma migliaia di scandali danno l’immunità a un cattivo presidente, peggio si comportava, più poteva agire con impunità (pag.312).
… (Il vice presidente) Si toccò la testa ad un lato, “Lui non capisce niente qua… capisce qua, con la pancia…fa miliardi, non paga le tasse, non paga i conti, tradisce le mogli e insulta tutti quelli che si mettono sulla sua strada… È la nostra identità nazionale, sciolta, senza guinzaglio, è il bambino che è in ciascuno di noi, che corre libero…Ottiene tutto ciò che vuole, magnifico…Ecco perché lo hanno votato. È una fantasia. Un sogno divenuto realtà, è l’America degli inizi, quando l’uomo bianco andava a cavallo, sparando agli indiani, stuprando le loro donne, prendendo tutto quello che gli piaceva, trascinando un po’ di negri per fare il lavoro sporco…etc. (pag. 321 e seg.)”.
Ignoro in che misura si mescolino in questa narrazione la realtà di oggi e l’immaginazione creativa dell’autore, inglese, bravissimo nel costruire una storia di grandissima attualità. Il suo thriller è un attento esame delle dimensioni psicologiche e sociali della fame di danaro e soprattutto dell’avidità del grande potere economico e politico, quello che può decidere della vita e della morte delle persone. Obbligatorio, trattandosi del lavoro di un inglese, il richiamo al Riccardo III di William Shakespeare, dove una serie di crimini nefandi per la conquista del trono si conclude con una frase memorabile, pronunciata dal re durante la battaglia di Bosworth: “Un cavallo, un cavallo, il mio regno per un cavallo!” Ci sarà un cavallo anche per il Presidente descritto da Sam Bourne?
medoro.e@gmail.com


13 Settembre 2017

Categoria : Recensioni Libri
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