Rapagnà, gentile e libero paladino della gente


L’Aquila- (G.C.) -Pio Rapagnò, troppo presto accomiatatosi da questo mondo sempre più grossolano e sboccato, è stato un gentile paladino dei bisogni della gente, un paladino caduto nei nostri luoghi dall’antica Europa nascente di Carlo Magno.
Lo abbiamo conosciuto molti anni fa e spesso lo avevamo ospite in tv, lui semplice e sincero, accalorato nelle sue idee ma mai aggressivo o ruvido con gli avversari. Credeva come pochi o nessun altro in quel che diceva, in un mondo politico già allora simile ad un braccio di mare infestato da pescicani. Tant’è vero che fu deputato una sola volta, e nessuno lo sostenne per continuare ad esserlo. Eppure di bene alla gente ne aveva fatto e ne avrebbe fatto ancora. Se i potenti e i partiti non lo avessero da bucanieri – quali erano e sono – emarginato e tenuto alle corde.
Troppo buono, onesto, anche ingenuo, Pio Rapagnà. Un agnello sacrificale nelle fornaci del potere. Una sorta di Giovanna d’Arco in sciarpa rossa, quel rosso che da sinistra lo temeva e lo manteneva ai margini.
Noi lo abbiamo sempre rispettato, abbiamo sempre ammirato la sua libertà pulita e convinta, il suo candore umano e politico. Come molti che dovrebbero esserci molto a lungo, c’è stato molto poco. La sciarpa rossa vola verso le nuvole dell’Adriatico, dalla sua Roseto.


14 Luglio 2018

Categoria : Politica
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