Scuola, una pena più di sempre


Fa scendere il latte alle ginocchia, e salire le lacrime agli occhi, l’avvio della scuola in Abruzzo. perché in una terra terremotata, franosa, valangosa, dissestata, scombinata politicamente, stride che certi problemi restino da nove anni, come a L’Aquila. E come altrove. Scuole abruzzesi senza lavori (che dovevano esserci in estate), senza palestre e laboratori, senza certificati di vulnerabilità . E senza insegnanti, non ancora nominati. Alcune importanti senza primo giorno di scuola. La confusione totale, ritardi, inadempienze, uffici che hanno celebrato le ferie d’agosto e basta.
E’ una squallida pantomima che si ripete ogni anno, da sempre, ogni anno peggiore. Se questa è la buona scuola , Renzi vada a chiudersi in un monastero toscano, apprendendo che l’anno comincia con uno sciopero nazionale proclamato oggi dall’Anief.
Ma con lui vadano anche il ministro attuale, sindaci, presidenti di province, tromboni vari della politica, e anche dirigenti di vari enti e uffici. Si dimettano in massa, tanto senza di loro le cose non potrebbero andare peggio.

PENSIERINO – Per decidere che il Cotugno a L’Aquila è inagibile ci hanno messo nove anni. E neppure ci sarebbero riusciti, se non lo avesse sentenziato il TAR. Siamo in un’operetta o in una boutade? Magari né l’una né l’altra, ma una tragedia grottesca. O una commediaccia truculenta di Plauto. Unico commento possibile, una solenne, austera e potente pernacchia.



10 Settembre 2018

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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