Prescrizione e giustizia ombrosa


La prescrizione, specie in uno Stato in cui la giustizia è lenta, inerte nelle pastoie di leggi polverose, è più che un diritto, una necessità. Quando un povero Cristo attende per anni sentenze e decisioni spesso vitali per lui, che arrivi la prescrizione è una salvavita. Meglio seppellire le vicende, che spendere la vita per ottenere un verdetto.
In altri casi, la prescrizione allunga una lunga ombra sulla giustizia. Ombra scura e minacciosa. E’ impossibile non pensare al male, pure se – come diceva Andreotti – è peccato. Ma spesso è anche avvicinarsi alla verità. Esistono processoni che durano anni, e poi finiscono in polvere proprio per prescrizione. Diteci come si fa a non sospettare che in molti brighino perché sia così, ben inseriti nei poteri e nei mondi forensi? Direte: processone , caso difficile, quindi tempi lunghi. Acrobazie di grandi avvocati tra infernali grovigli di norme e cavilli, procedure da lumaca, scartoffie, notifiche collose e medievali. Nulla di più facile nella giustizia italiana che allungare brodi e tempi: sempre in favore di chi può permetterseli.
Siamo Europa? Non scherziamo. Se ci definiscono borbonici, ci fanno un complimento.

PENSIERINO - E’ stupefacente che esista un problema cinghiali, in un paese che pare conti 5 milioni di poveri assoluti, cioè alla fame. I cinghiali si mangiano, sono migliaia e causano danni. Quindi cosa impedisce di abbatterli civilmente e darli da mangiare a chi ha fame? Se così avvenisse, quanti politici dovrebbero smetterla di promettere rimedi e azioni mirabolanti?



15 Ottobre 2018

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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