Pescara, 30 anni come 30 minuti…


Chi ha espresso giubilo, chi ha esultato, chi ha dissentito, chi neppure se n’è accorto, ma a Pescara hanno battuto un bel record: 30 anni per partorire un progetto per le aree di risulta. 30 anni, forse, nell’ariosa sponda adriatica sono pochi, o pari a trenta minuti. Un picco, comunque, persino nell’Abruzzo delle incompiute.
La città ebbe nel 1988 una fortuna tanto insperata quanto immeritata. Ovvero una grande, splendida area da utilizzare nel cuore della città: le aree di risulta della stazione. Roba che a New York avrebbe comportato affari per milioni e insediamenti mastodontici. Un patrimonio immenso da usare per dare un volto ad una città che, pur bella e piacevole, non ne ha uno vero.
Invece una lunga genìa di inetti ha buttato a mare tre decenni per decidere qualcosa. Una specie di suicidio o di autolesionismo dissennato. Ora qualcuno esulta e pretende meriti e medagliette. Dovrebbero solo chiedere perdono ai cittadini. Scusate se siamo esistiti, dovrebbero dire coloro che hanno tanto offeso la città.

PENSIERINO - La cometa di Natale è nei nostri cieli in questi giorni. Un suggestivo dono cosmico di cui le tv non si sono neppure accorte. L’ignoranza di Stato e privata non tolgono neppure un minuto a Salvini e Di Maio.



12 Dicembre 2018

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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