Banche, le mani sui soldi della gente


L’Aquila – Riceviamo una lettera che merita molta attenzione: “Caro direttore, le consegno la mia identità ma non la pubblichi, altrimenti mi fanno passare i guai. La mafia non è solo una cosa siciliana, meglio essere prudenti anche da noi.
Ho settant’anni, una pensione decorosa, una figlia che si occupa di me e mi porta in auto (quando serve) prendendo giorni di ferie o permesso. Per dirle che non guido e non possono girare da sola. I servizi pubblici meglio evitarli a L’Aquila…
Ero cliente della vecchia Cassa di risparmio, forse non una banca di angeli, ma certo assai diversa da quella attuale. Lì ho conservato un libretto con una discreta somma a sei cifre, per me un tesoretto di valore assoluto.
Fino a qualche anno fa a fine anno mi versavano interessi risibili, ma sempre riconosciuti: poche centinaia di euro, ma qualcosa.
Quest’anno neppure un centesimo. Prendono i nostri soldi, ci mettono le mani sopra, ma non ti danno più niente, se non investi su loro suggerimento. Cosa che non farò, vista l’esperienza di una mica amica con una delle famose banche tipo Etruria.
Inoltre,. muovermi e sentir parlare di web per me è da orticaria.
Se questa è l’Italia (altre banche non saranno diverse o migliori, suppongo) in cui ci chiedono di vivere, preferirei essere altrove. Infatti mio figlio se n’è andato in Canada e non tornerebbe mai. Non gli chiederò mai di farlo. Caso mai, di raggiungerlo se è possibile.
Scusi lo sfogo, penso che la mia situazione sia anche di altri e quindi interessi molti. Non credo che la mia banca muoverà un dito, e neppure lo chiedo, ma voglio solo che la gente sappia e giudichi. Grazie.

NDR – Di certo, simili situazioni che somigliano a prevaricazioni siano tra le tante che spingono tanti a lasciare l’Italia, a vivere da anziani in altri paesi. Senza rimpianti e neppure commozione per il taglio delle radici. Il peggio è che non sentiamo mai i leoni della spavalderia politica dominante parlare di queste cose. Che evidentemente accettano. Tutto ciò è amaro, perché siamo alle corde, possiamo solo subire e subire. O andarcene.


22 Gennaio 2019

Categoria : Società
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