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Lettere – Le baruffe di Tagliacozzo

27 gennaio 2019 @ 18:52 Categoria: Dai Lettori

[1]Tagliacozzo – Da Reno GIOVAGNORIO
riceviamo: “Egregio direttore Gianfranco Colacito,
ho seguito sulla stampa la querelle insorta tra il sindaco di Tagliacozzo ed alcuni giornalisti circa una presunta inchiesta della magistratura svelata da tre testate giornalistiche e relativa all’affidamento di un progetto per la realizzazione di un campus scolastico. Il sindaco nega l’inchiesta e, a tutela dell’immagine della sua maggioranza e della città, decide di adire le vie legali nei confronti dei presunti denigratori. Trovo la vicenda abbastanza normale nei suoi sviluppi, avendo vissuto da vecchio cronista analoghe e antipatiche esperienze. Alzi la mano chi, operando nella concorrenza dell’informazione, non abbia mai ricevuto pressioni, querele, richieste di ricchi risarcimenti da parte di quanti – in un verso o in un altro – abbiano esercitato o ancora esercitino un qualsiasi potere. Il cronista sa ciò che scrive e di quanto scrive sa assumersi ogni responsabilità, oneri e onori. Non si fa intimidire, da nessuno. Ecco perché trovo esagerato l’eccessivo clamore creato intorno alla vicenda, con la discesa in campo di OdG, Fnsi, Sga a difesa di una supposta libertà di stampa. Se poi vogliamo dirla fino in fondo, spesso e volentieri il giornalista preferisce suggerire al lettore da che parte stare, anziché informarlo obiettivamente. E questo equivale alla perdita del corretto linguaggio e della funzione che, invece, il giornalismo dovrebbe avere. Sovente la notizia, al di là dall’essere uno strumento di informazione, si trasforma in una macchina per orientare e condizionare le opinioni dei lettori, generando in tal modo una comunità di tifoserie contrapposte. La superficialità con cui si usa un’arma impropria come la penna, può determinare disorientamento, creare dubbi, alimentare sospetti. Sono i trucchi del mestiere per guidare verso certi obiettivi l’opinione pubblica. E quando il trucco viene scoperto, apriti cielo! Tutti in campo, coram populo, a difendere le cosiddette “schiene dritte” della penna, a solidarizzare con le testate giornalistiche, a tutelare la libertà di stampa. Purtroppo, si assiste sempre più frequentemente ad un moltiplicarsi di giornalisti palesemente schierati che, si sa, votano come tutti gli altri cittadini e non riescono, quindi, a mantenere indipendenza di pensiero. Per difendere al meglio la libertà di stampa, dovremmo innanzitutto praticarla noi, giornalisti.


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