Santo Spirito a Majella: eremo e scenario narrativo


di Gianfranco Giustizieri -

L’eremo celestiniano di Santo Spirito nel comune di Roccamorice, cuore della Majella, è uno dei luoghi privilegiati dell’Abruzzo dove è stata girata parte della fiction televisiva tratta dal noto romanzo di Umberto Eco Il nome della rosa. L’eremo di origine benedettina, fondato intorno all’XI secolo, soggiorno successivo di Pietro da Morrone, il futuro papa Celestino V, è luogo di eccelsa spiritualità e già dichiarato monumento nazionale.
I resti dell’antico monastero con la foresteria e le celle dei monaci, oltre alla storia religiosa ben conosciuta nascondono una narrazione sicuramente fantastica ma che ha avuto nell’eremo il suo teatro scenico.
Era il lontano 1949 quando Laudomia Bonanni decise di partecipare con un suo manoscritto dal titolo Stridor di denti al concorso bandito dalla Harper e Brothers di New York, casa editrice statunitense, per una eventuale traduzione e pubblicazione.
Anche i giornali dell’epoca davano per imminente l’uscita del romanzo e la stessa scrittrice, in due lettere del 30 gennaio e 14 aprile 1949 all’amica carissima Maria Bellonci, dava indicazioni sul manoscritto inviato.
Poi più nulla, il romanzo non fu pubblicato e dell’invio statunitense non se ne seppe più alcuna notizia, così dell’eventuale edizione americana.
Nel 1985 la Bonanni consegnò alla casa editrice Bompiani un suo lavoro dal titolo La rappresaglia ma Valentino Bompiani lo respinse chiedendo all’autrice una profonda revisione del testo perché non lo considerava facilmente spendibile, per quei tempi, presso il pubblico dei lettori.
La Bonanni, come era nel suo fiero carattere, rifiutò sdegnosamente la proposta e La rappresaglia fu chiusa nel cassetto con l’intenzione di seppellire quel libro per sempre.
Ma nel 2003, dopo la morte dell’autrice, a cura di Carlo De Matteis, docente nell’Università dell’Aquila e della casa editrice Textus, il romanzo vide la luce riscuotendo un ottimo successo dalla critica militante. Successivamente, nel 2013 il sogno americano della scrittrice aquilana si avverò: The Reprisal, per le edizioni University of Chicago Press, a cura delle docenti dell’Università di Princeton Susan Stewart e Sara Teardo dalla traduzione dell’originale La rappresaglia, uscì negli Stati Uniti dopo un lungo soggiorno delle studiose a L’Aquila e nei luoghi di ambientazione, l’eremo appunto, del romanzo.
Protagonista del libro è una singolare figura femminile, “la Rossa”, partigiana durante il secondo conflitto mondiale, catturata da una banda di fascisti in fuga e decisi a fucilarla dopo che ella avrà partorito la creatura di cui è gravida. La fuga della banda con la prigioniera portata via a forza, il rifugio in montagna, il parto e la successiva fucilazione della donna costituiscono la trama del romanzo che si avvale di un inedito capovolgimento dei ruoli conosciuti: i fascisti in fuga e una partigiana gravida prigioniera.
Un esame attento del romanzo secondo i personaggi, i luoghi descritti, la trama e l’uso della lingua, la ricostruzione del contenuto di quell’antico scritto andato perduto Stridor di denti attraverso tracce lasciate dall’autrice in alcuni racconti pubblicati dai quotidiani italiani negli anni ’50, figli del libro mai nato, il richiamo ad altri testi della Bonanni e soprattutto i riferimenti trovati in alcune cronache dei paesi di Caramanico e di Roccamorice in provincia di Pescara, teatri narrativi de La rappresaglia, portano ad affermare che il testo edito nel 2003 non è altro che una nuova scrittura di Stridor di denti e Santo Spirito di Roccamorice è certamente il luogo di rappresentazione di tutto il romanzo.
La trasposizione televisiva del libro di Eco, Il nome della rosa, ricongiunge due storie narrative diverse in cui l’eremo abruzzese è il teatro scenico naturale.


10 Marzo 2019

Categoria : Cultura
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