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Paganica: le tradizioni, per non dimenticare

13 aprile 2019 @ 17:46 Categoria: Storia & Cultura

[1] [2]Paganica – Scrive Raffaele Alloggia: “Dopo il terremoto di quel 6 aprile di 10 anni fa, diverse tradizioni popolari a causa di forza maggiore, sono cambiate e altre soppresse in sordina. Nel centro storico di Paganica, molti sono stati gli oggetti, rubati dalle nostre case fino ad allora gelosamente custoditi, identitari della “Civiltà Contadina”. Un importante pezzo di storia che i nostri figli e nipoti non potranno mai vedere se non in qualche museo etnografico o da immagini sbiadite che raccontano l’utilizzo di quei stessi oggetti dai nostri avi!

Gli abitanti subito dopo i primi furti, chiesero di inibire il centro storico, agli “sciacalli” sbarrando le vie di accesso, ma i cancelli furono installati solo nel 2013, dopo che “i buoi erano usciti!” Hanno rubato di tutto, ante in pietra di porte e finestre, oggetti in rame, gronde e pluviali, in via S. Giovanni fu sradicato persino un fontanile in ghisa dal quale sgorgava acqua fresca sin dal 1902, rubando con esso un pezzo della nostra storia, in quanto parte di un progetto più vasto realizzato dall’ex Comune di Paganica!

Nel 1992, nella Chiesa Parrocchiale di Paganica fu trafugato il reliquario in rame del 1400 rappresentante il braccio di San Giustino Protettore del paese. L’oggetto sacro venduto all’asta a Parigi nel 2014, acquistato da un collezionista inglese per 30.000 euro, fu recuperato a Londra grazie alle indagini dei carabinieri di Paganica in collaborazione con il comando provinciale dell’Aquila, nel 2017.

Oggi la ricostruzione delle case nel centro storico, anche se con ritardo, è avviata ma non si completerà prima di una decina di anni, quasi nulla però è stato fatto per la “ricostruzione sociale” per far si che le persone ritrovino la propria identità, in primis i luoghi di aggregazione sociale e il ripristino di tradizioni locali, in quanto dopo il sisma si è innescato un lento ma progressivo “atto di spoliazione”.

Iniziamo a riprenderci qualche pezzo delle nostre tradizioni, in previsione che l’anno prossimo dopo la lunga pausa, la piazza principale torni alla disponibilità degli abitanti! Sarebbe auspicabile che nel decennale del terremoto e l’imminente ricorrenza delle Feste Patronali, la popolazione potesse ritrovare un momento di aggregazione sociale, in occasione della tradizionale Estensione delle Reliquie, in cui sia presente, dopo 27 anni, anche il reliquiario rubato, a cui gli abitanti sono molto legati. “La gente soffrì quando seppe della sparizione,” dichiarò Don Dante Di Nardo alla stampa, all’epoca parroco di Paganica!

Ancora oggi nel paese non abbiamo una campana che con la tonalità dei suoi rintocchi sappia “parlare ai suoi abitanti”! Da sempre nella nostra tradizione, i rintocchi delle campane ci hanno dato, a secondo del suono, un messaggio diverso, atto a scandire sia momenti di vita che di morte delle persone!

Da quella notte, tutti coloro che sono passati a “miglior vita”, sono stati accompagnati al cimitero, (spesso all’insaputa di molti concittadini) nel silenzio più profondo interrotto solo dal pianto dei propri cari! Il giorno in cui il “campanone” della Chiesa Parrocchiale tornerà a suonare, proporrò al parroco, per ognuno di loro, un rintocco, ricordando il proprio nome, iniziando da chi quella notte rimase sotto le macerie.


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