Pescara triste e ferita


La pulsante Pescara è triste e vilipesa. Non reagisce, non si infuria, forse perché ha perso vigore e cede alla grossolanità di questi anni obliqui e crepuscolari. Pensare alla città senza la bella struttura delle Naiadi fa male a chi ha ricordi, a chi conosceva una bella Pescara di tanti anni fa, alla quale da tempo è mancato anche il grande locale di Guerino.
L’altro vulnus, di sapore e carattere ben diverso, è l’oltraggio alla Madonna dei Sette Dolori. Non solo per quello stuolo numeroso quanto silenzioso dei fedeli e dei devoti. Violare il simulacro è qualcosa di più e di peggio, è un segno oscuro e inquietante per tutti.
E’ in corso una febbrile campagna elettorale per il Comune, dal quale resta fuori una persona degna e positiva, come Emilio Alessandrini. Chi vincerà avrà da combattere duramente per ridare alla gente almeno una parvenza di Pescara com’era.

PENSIERINO – Ci sono beceri e selvaggi che impazzano nel vandalismo, nel malcostume, nella delinquenza. Alcuni lo sono di più. Uno dei doni che ci rifila una società ormai disfatta e luetica. Viene in mente Stallone: “Tu sei la malattia, io la cura”. Ma è solo un vecchio film.



01 Maggio 2019

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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