Cospa: “Piano faunistico venatorio fermo con le quattro frecce e i cinghiali ridono”


170MILA EURO FINORA GETTAT VIA -

Ofena – Scrive Dino Rossi del Cospa allevatori: ”
È costato la bellezza di 170 mila euro il piano faunistico venatorio e c’è il rischio che non parte, e se dovesse essere attuato i cinghiali ce li ritroveremo sotto il letto.
Come sempre dove mette le mani la politica ignorante che pensa di sapere tutto, ma cosa più grave quando si cerca di accontentare gli amici degli amici. Stranamente, il nuovo piano ha ridotto notevolmente le zone vocate alla caccia penalizzando le squadre dei cacciatori, gli unici a fare il numero di animali abbattuti con due mesi di caccia, nonostante la ormai obsoleta Legge157/92 che il governo e le regioni non stanno facendo nulla per cambiarla. Una legge che penalizza fortemente le squadre di cinghialai, in quanto i giorni di caccia sono solamente tre a settimana e non bisogna uscire prima delle 9:00. Basterebbe modificare di poco la 157/92 per ridurre i danni da cinghiali. Poi ci sono i parchi nazionali che si ostinano a mettere in funzione delle gabbie, anzi trappole costruite alla carlona, che in realtà sono delle attrezzature complesse con porte in movimento assicurate da cavi d’acciaio, costruite da amici artigiani senza rispettare le norme di sicurezza per chi le adopera. Infatti, il Parco Gran Sasso Monti della Laga, nell’affidare le gabbie a chi ne facesse richiesta, nel contratto le responsabilità infortunistiche se le assume chi le usa, cioè l’agricoltore. Insomma il parco le fa costruire da personaggi non qualificati, tanto è vero che sono state apportate modifiche nel corso del tempo a mano a mano che si verificavano dei problemi sia agli animali catturati che per una pseudo sicurezza per chi ne facesse uso, in pratica le gabbie le stanno sperimentando sulla pelle degli agricoltori e dei animali catturati, ma con il contratto tra le parti il parco se ne lava le mani e le responsabilità le scarica a chi le adopera, dimenticavo: al parco tutto è permesso!!! La magistratura aquilana dopo una lunga indagine condotta dalla ASL per la prevenzione non è riuscita a capire che le gabbie in realtà sono vere e proprie attrezzature e non è stata in grado di verificare chi sono gli amici che le hanno costruite. in tutti gli altri parchi d’Italia viene fatta la caccia di selezione anche con l’ausilio dei cani limiere, purtroppo per colpa della politica abruzzese queste realtà sono solo miraggi. Intanto fuori le aree protette l’ormai noto a tutto il mondo venatorio che il dirigente Franco Recchia è orientato per la caccia di selezione nelle zone dove si può praticare la braccata la quale risulta molto più deterrente per la presenza del cinghiale nei campi coltivati. Infatti la caccia di selezione tanto amata dal dott. Franco Recchia, prevede di chiedere al cinghiale se è femmina e incinta o al maschio se ha gli attributi per fecondare e soprattutto quanti anni dimostrano prima di essere abbattuto. In sostanza i cacciatori, dopo dei corsi per riconoscere gli animali da abbattere, possono appostarsi e attendere l’animale giusto che gli è stato assegnato, guai ad abbattere qualsiasi altro animale che danneggia i campi coltivati. Attenzione però: gli animali non posso essere abbattuti dopo un ora dopo il tramonto e un ora prima di sorgere il sole!!
Viva l’Italia dei balocchi!


23 Maggio 2019

Categoria : Attualità
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