Lettere – Rossi su Oasi Penne


Ofena – Scrive Dino Rossi del Cospa allevatori: “L’Oasi di Penne, nata per colpa dei contadini gestita dagli ambientalisti, adesso rivuole il loro territorio!
Nell’incontro tenutosi a Penne con gli agricoltori che hanno i terreni all’interno dell’oasi, dove la politica di poltrone ha deciso a tavolino sulla pelle degli agricoltori come coltivare i terreni e tenere gli animali, un mestiere tramandato da generazioni in generazioni, adesso si vogliono ribellare e hanno deciso di riprendersi il territorio insieme alla dignità agricola.
Questa diga di sbarramento costruita per i contadini del pescarese per premettere di irrigare i campi e renderli più produttivi ora rischia di diventare una minaccia per gli agricoltori locali.
Andiamo un po’ indietro nel tempo, nei fiorenti anni 60, quando iniziarono i lavori per lo sbarramento del fiume Tavo, con gli ambientalisti di oggi, provate ad immaginare cosa sarebbe successo alla presentazione del progetto. Della diga non ci sarebbe nemmeno l’ombra, purtroppo, la categoria chi si sarebbe opposto ai lavori, adesso si trova a gestire un territorio artificiale. L’agricoltura e l’allevamento un tempo erano molto preziosi, in quanto sfamavano la popolazione, non vi erano scaffali pieni di prodotti e dove adesso ci sono i supermercati una volta si vendevano i trattori e le sementi, i famosi consorzi agrari. Con il tempo l’agricoltura è scomparsa e si sono moltiplicati gli ambientalisti, animalisti, insomma i tuttologi che vediamo sulle testate dei giornali e delle televisioni di come secondo loro si dovrebbe gestire il territorio e gli animali. La caccia e l’agricoltura andavano a braccetto, tanto è vero fanno parte tutt’ora dello stesso ministero, quasi tutti gli agricoltori erano cacciatori ed una pecora valeva più di cento lupi, c’erano addirittura i Lupari, i quali quando abbattevano un lupo i pastori davano loro un contributo in natura per aver ridotto il numero dei predatori che mangiavano gli agnelli. Adesso addirittura si fa la campagna contro l’abbattimento dell’agnello a Pasqua. Dov’è finita la politica che tutelava l’agricoltura? Esiste ancora oggi il grano selezionato dai big della politica di un tempo (il Senatore Cappelli). Adesso quei pochi agricoltori rimasti dicono bastaaa!! Vogliamo riscattare la nostra dignità iniziando dalla diga di Penne, l’intenzione è quella di gestire la diga, un’opera nata per gli agricoltori e non per la cogecstre o ambientalisti dell’ultim’ora. La diga appartiene al consorzio di bonifica, quindi agli agricoltori, basta speculazioni economiche e basta centri di accoglienza. Per chi non lo sapesse, l’osai di Penne ospita 50 immigrati gestiti dalla cogecstre oltre ai cinghiali che distruggono i campi. I contadini di Penne risponderanno al prossimo bando per poter gestire il territorio usurpato da cooperative gestite con fondi pubblici a discapito dell’agricoltura.
Si spera anche ad un intervento della magistratura pescarese, sempre se riescono a ritrovare l’esposto inviato tramite raccomandata dallo scrivente, visto che martedì si è recato in procura a Pescara per vedere gli sviluppi, ma seguito ad una accurata ricerca dai terminali della procura non risulta essere arrivato nessun esposto.


27 Giugno 2019

Categoria : Dai Lettori
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