Due giornate nelle aree archeologiche della Soprintendenza per L’Aquila e Cratere


L’Aquila – Le Giornate Europee del Patrimonio (GEP) sono una manifestazione promossa per la prima volta nel 1991 dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione Europea, con l’intento di potenziare e favorire il dialogo e lo scambio in ambito culturale tra le Nazioni europee. Si tratta di un’occasione di straordinaria importanza per riaffermare il ruolo centrale della cultura nelle società. Una proposta all’insegna del coinvolgimento e della partecipazione più ampia, per condividere i luoghi e la memoria dell’antico, ma anche del presente restaurato e recuperato, dedicata quest’anno al tema “Un due tre… Arte! Cultura e intrattenimento”.
La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per L’Aquila e Cratere aderisce come ogni anno alla manifestazione, con una serie di eventi e aperture straordinarie delle aree archeologiche, per permettere a tutti di godere della bellezza e dello spettacolo offerto dai luoghi antichi e invita a visitare le suggestive aree archeologiche di Forcona, Amiternum, Fossa e Castel di Ieri, alla riscoperta della storia antica del territorio aquilano.

FORCONA,TRA PAESAGGIO E ARCHEOLOGIA
Apertura straordinaria dell’area archeologica di Forcona a Civita di Bagno:
sabato 21 e domenica 22 settembre 2019 – orario: 9.00-13.00 – 15.00-19.00.

Il sito romano di Forcona è da sempre un punto nodale nella storia delle civiltà del territorio aquilano. Le testimonianze archeologiche, unite alle evidenze storiche ed epigrafiche, consentono di delineare un quadro della rilevanza del centro e dell’area limitrofa fin dai tempi più remoti: un’importanza legata alla presenza dell’acqua, alla fertilità della terra e alla vicinanza con gli antichi percorsi della transumanza, oltre che a luoghi di culto di riferimento per una vasta area geografica e culturale, come dimostrato dalla presenza dei resti dell’antica Cattedrale di San Massimo di Forcona, sede della prima diocesi del territorio.

MUSICA E ARCHEOLOGIA AD AMITERNUM
Apertura dell’Area archeologica di Amiternum – Teatro e Anfiteatro:
Sabato 21 e domenica 22 settembre 2018 – orario continuato: 8.30-19.00
(causa concerto, sabato 21 settembre l’accesso all’Anfiteatro sarà consentito fino alle 17.30).
Sabato 21 settembre all’Anfiteatro di Amiternum:
Ore 13.00-20.30 – Mostra collettiva a cura dell’Accademia di Belle Arti dell’Aquila. Installazioni site specific nell’area archeologica e nella domus romana (con visite guidate gratuite) che dialogano con il luogo restituendo al fruitore una nuova ed intensa memoria di esso.
Ore 15.00-17.30 – visite guidate gratuite all’area archeologica a cura della Soprintendenza.
Ore 18.30 – Concerto: Sergio Cammariere “La fine di tutti i guai” Live in Amiternum (ingresso nell’Anfiteatro a partire dalle 17.30). L’ingresso al concerto è a pagamento – biglietti disponibili presso i punti vendita autorizzati ciaotickets e online al seguente link:

https://www.ciaotickets.com/biglietti/sergio-cammariere-live-laquila

L’Area archeologica di Amiternum – antica città sabino -romana sviluppatasi lungo la via Cecilia a partire dalla metà del III sec. a.C. – comprende due importanti contesti: Il complesso del maestoso Anfiteatro (I sec. d.C.) con l’adiacente domus a peristilio e il sito del Teatro (I sec. a.C.)
L’Anfiteatro poteva contenere fino a 6000 spettatori (se ne conservano 48 arcate su due piani, a delimitarne il perimetro, nei pressi della adiacente grande domus a peristilio), mentre il grande Teatro ne poteva ospitare circa 2000 (visibili attualmente la parte inferiore della cavea, l’orchestra e la scena).
I visitatori potranno inoltre apprezzare la ricchezza dei rilievi architettonici provenienti dal territorio (per esempio dalla stessa area amiternina, ma anche dal sito di Forcona) esposti nell’area archeologica.

SEGNI DELLA MEMORIA: LA NECROPOLI ITALICA DI FOSSA
Apertura straordinaria della Necropoli italica di Fossa, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale e con l’Università degli Studi dell’Aquila – Dipartimento di Scienze Umane: sabato 21 e domenica 22 settembre 2019 – orario: 9.00-13.00 – 15.00-18.00. Visite guidate gratuite a cura dell’Associazione Culturale “Semi sotto la pietra” (www.semisottolapietra.wordpress.com).

L’antichissima area funeraria, rinvenuta casualmente nel 1992, per la ricchezza dei corredi e le caratteristiche delle sepolture può essere considerata una delle più monumentali necropoli note fino ad oggi in Italia centro-meridionale. Il sito rimase in uso per circa mille anni, dal IX al I sec. d.C. Particolarmente interessanti sono le grandi tombe a tumulo databili all’età del Ferro (IX-VIII sec. a.C.): le sepolture maschili più importanti erano caratterizzate da un allineamento di pietre lunghe e strette – veri e propri menhir – infisse anch’esse nel terreno, disposte in maniera decrescente dall’interno verso l’esterno. La stele più vicina al tumulo era inclinata verso di esso, appoggiata alle pietre di marginatura. L’interpretazione più suggestiva le considererebbe come un’allegoria della vita umana, rappresentata nei suoi primi anni dalle lastre più piccole e nella sua maturità da quelle più grandi, fino ad arrivare alla stele reclinata, rivolta verso la deposizione funebre, che potrebbe rappresentare la morte. Da Fossa provengono oggetti di splendida fattura, come i famosi letti funebri con decorazioni in placche d’osso, a testimonianza del raffinato linguaggio figurativo delle popolazioni abruzzesi durante l’età ellenistica (IV-II sec. a.C.).

ANTICHI DEI, ANTICHE VIE: IL TEMPIO ITALICO DI CASTEL DI IERI, CROCEVIA DI GENTI E TRADIZIONI
Apertura straordinaria del Tempio Italico di Castel di Ieri, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale e con la Pro Loco “La Torre”: domenica 22 settembre 2019 – orario: 9.30-12.30 e 16.30-19.30. Visite guidate gratuite a cura della Pro Loco.

Nel comune di Castel di Ieri ripetute campagne archeologiche hanno indagato una straordinaria sequenza che ha permesso di gettare nuova luce sul popolamento antico nella Valle Subequana, lungo un importante e suggestivo percorso dominato dal massiccio del Sirente.
Durante l’età del Ferro l’area fu occupata da una necropoli di tombe a circolo, rinvenute a quattro metri di profondità, poi abbandonate sino alla successiva occupazione di carattere sacro, risalente al III sec. a.C. È infatti databile a questo periodo la realizzazione di un sacello con basamento in pietra e alzato in terra cruda, a cui fece seguito, nel II sec. a.C., un’ulteriore monumentalizzazione dell’area tramite la costruzione, ad un livello superiore, dell’imponente Tempio di Giove. Di quest’ultimo si conservano il podio in lastre di calcare, la scalinata e le tre celle, tra cui la centrale conserva l’iscrizione a mosaico dei magistrati che curarono un intervento di restauro alla metà del I sec. d.C.


18 Settembre 2019

Categoria : Storia & Cultura
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