Cultura e intolleranze


Nel settembre 1993 si svolse alla Villetta e a Campo imperatore un convegno storico sui 50 anni dalla permanenza di Mussolini sul Gran Sasso. Lo organizzò il Centro turistico. Intervennero storici, giornalisti importanti, protagonisti della vicenda ancora vivi, membri della famiglia Mussolini e persino alcuni ex ufficiali nazisti.
Tutto andò bene, nessuno trovò da ridire, sui giornali e in tv se ne parlò molto. L’equilibrio e la misura prevalsero. L’Aquila era un’altra cosa, civile e tollerante. Esattamente come non è più oggi. La rovina urbana non è solo sismica…
Adesso in poco tempo si è litigato su una manifestazione sul Gran Sasso ed è finito in cocci il festival degli incontri. Brutti incontri, evidentemente. La città è ignorante, nevrotica, litigiosa. Si impunta su problemi inesistenti, rifiuta di crescere, di maturare, torna indietro nei decenni. Non dà una bella immagine di se stessa e appare polverosa, vecchiata, anacronistica.
Una cosa, anzi una cosina, è certa: per aver perso il festival degli incontri nessuno pagherà nulla. Non ci saranno colpevoli. Inghiottire e tacere, passare appresso. Alla prossima lite da lavatoio. Zuffa tra comari, perché combattimento tra galli sarebbe un paragone ardito, esagerato.

PENSIERINO – Nei pomeriggi afosi di Caramanico, nella casa di famiglia, tutti schiacciavano un sano pisolino. Le zie lavavano i piati al piano di sotto. Un ragazzo disteso su un antico canapè di bambù, sfogliava affascinato un ottocentesco manuale di astronomia di Flammarion. Le librerie vetrate ad angolo contenevano tesori. Scrigni di sogni.



07 Ottobre 2019

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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