Lettere – Lavoro agricolo e disoccuati


Scrive Alessandro Marrone ec lavoratore del comparto agrcolo: “Buongiorno, scrivo in merito alle richieste di aiuto riguardo l’urgenza di avere personale da impiegare nel comparto agricolo locale (e ormai anche nazionale). Seguendo le vostre istruzioni, sul portale di Confagricoltura si è iscritto anche mio figlio: un ragazzo di 22 anni, cuoco di professione, disoccupato a causa dell’attuale emergenza sanitaria. Si tratta di un ragazzo forte e volenteroso, pronto a qualsiasi esperienza lavorativa (da premettere che percepisce già sia il bonus sia la disoccupazione). Eppure, nonostante la buona volontà e la disponibilità a fare la sua parte, nessuno lo ha contattato.
Anch’io ho lavorato nel comparto agricolo per molti anni: conosco bene il settore, conosco quanto sia duro e faticoso il lavoro in agricoltura: non esistono orari, domeniche e feste, e quando il prodotto è da raccogliere non si guarda né orologio né calendario.
Alla luce della mia esperienza mi viene da pensare che si preferisca assumere personale straniero per non applicare le tabelle sindacali e quindi che, anche in una situazione di necessità come quella che stiamo vivendo, si preferisca sottopagare i lavoratori. Insomma, la solita storia.
Siete l’organizzazione di riferimento e non siete in grado di riorganizzare il comparto agricolo locale: figuriamoci se riuscite a fare da tramite tra la domanda e l’offerta di lavoro.
Le persone che percepiscono il reddito di cittadinanza non sono “sdraiate sui divani” ma sulle spalle di tutti i contribuenti.
Povera Italia. Viva il 1 maggio, viva i veri lavoratori.
Alessandro Marrone


01 Maggio 2020

Categoria : Dai Lettori
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