Regione, 50 anni mica ben portati…


Le regioni compiono 50 anni, ed è un fluire di retorica su un paese bellissimo e sempre più unito. Davvero parole al vento, demagogia da due centesimi di euro. I 50 anni della nostra regione Abruzzo nascono tra vergognosi disordini inventati da un becero campanilismo, , che peraltro ancora sopravvive.
Ha solo assunto atteggiamenti trasformisti e di finto progresso, che non minimizzano certo la inarrestabile malattia di “pescaresizzare” tutto, togliendo a tutti per accentrarlo in riva all’Amarissimo.
Se vogliamo stare alla cronaca, l’Abruzzo dai disordini per il capoluogo è passato negli anni agli arresti pi+ clamorosi, proprio in Regione, con cadute degli dei che non erano neppure semidei. Il livello sociale ed economico è assai modesto, , la regione che fu prima nel Mezzogiorno ai tempi di Gaspari, oggi a mala pena si regge in piedi.
Tutto da bocciare? Sicuramente no, ma di mezzo secolo si ricorda più il fragoroso male che l’esangue bene. Quindi gli auguri possiamo risparmiarli a politici e avventirieri sorti e tramontasti senza allori.

PENSIERINO – Lo scrittore Mughini racconta in tv che per far cambiare il suo nome – Giampiero – s un documento, dove appariva sbagliato, gli è occorso un anno. Ma nessuno è stato licenziato dall’ufficio diciamo competente. Anzi, non se ne sa neppure il nome o forse è stato promosso… E’ Italia o terzo mondo? No, è quarto.



08 Giugno 2020

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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