Al sicuro due grandi opere di Patìni


L’Aquila – Due grandi tele di proprietà della Provincia dell’Aquila, “Bestie da Soma” e “Pulsazioni e Battiti” del pittore ottocentesco Teofilo Patìni, sono state portate in salvo presso il deposito della sede ARSSA ad Avezzano, dove le opere sono state messe al sicuro in base ad un’accurata ispezione dei Carabinieri.
I due dipinti, di dimensioni enormi (4,14X2,45 Bestie da Soma e 2X1,50 Pulsazioni e Battiti), abbellivano le pareti laterali della sala del Consiglio Provinciale dell’Aquila all’interno del Palazzo del Governo completamente distrutto dal sisma del 6 aprile scorso; nonostante questo le opere sono in ottime condizioni ma il recupero è stato particolarmente difficile e rischioso. L’operazione è stata portata a termine dai Vigili del Fuoco con la supervisione della Soprintendenza ai Beni Storico, Artistici ed Etnoantropologici. Pulsazioni e Battiti e Bestie da Soma sono due capisaldi per l’arte dell’ottocento europeo. Firmate e datate da Teofilo Patini, (Castel di Sangro 1840 Napoli 1906) esse rappresentano il manifesto visivo di quella corrente artistica di fine ottocento definita Realismo Sociale (che ha avuto rappresentanti come Pelizza da Volpedo) di cui il Patini fu il massimo esponente e che è stata un atto di denuncia delle condizioni delle classi povere ed emarginate della società dell’epoca. In queste due opere, infatti, il pittore aquilano rappresenta la fatica del lavoro sui campi di due giovani donne, di cui una incinta, contadine che si riposano stremate dopo il durissimo compito della raccolta della legna. In Pulsazioni e Battiti, invece, il pittore coglie una scena d’interni, una famiglia poverissima dell’Abruzzo interno assiste, insieme al dottore del paese, gli ultimi minuti di vita dell’anziano di casa. Come si può capire questi due dipinti, che hanno anche delle preziose cornici dell’epoca, oltre ad essere dei capolavori dell’arte dell’ottocento sono testi fondamentali, così come le opere di Silone, per capire e conoscere la condizioni di vita delle classi più povere dell’Abruzzo ottocentesco.


29 Aprile 2009

Categoria : Cultura
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