Il sindaco a Boschi (INGV): “Il Comune aveva un suo piano di protezione civile”


L’Aquila- ​“Il Comune dell’Aquila  aveva predisposto, da tempo, un piano di protezione civile, che era pronto ben prima del 6 aprile 2009”. ​Così il sindaco Massimo Cialente precisa rispetto alle affermazioni del presidente dell’Ingv Enzo Boschi, in merito alla predisposizione dello strumento alla vigilia del sisma o successivemante. ​“Non sono mai entrato volutamente in polemiche – ha dichiarato il primo cittadino – rispetto a quanto accaduto quella notte. Non ho mai lanciato atti d’accusa per quelle 308 vittime, che sono una ferita mai rimarginata, e per la distruzione di una città intera. Non l’ho mai fatto innanzitutto per rispetto del dolore dei familiari. Il piano comunale di protezione civile c’era. Era stato predisposto dalla precedente amministrazione e rivisto da quella attuale già dal settembre 2008, quando eravamo ben lontani dalla tragedia che ci ha colpito. È stato approvato regolarmente dal consiglio comunale e fu consegnato a Bernardo de Bernardinis la sera del 31 marzo 2009, dopo la riunione della Commissione Grandi Rischi.
​Le polemiche, purtroppo, non servono più – ha proseguito Cialente – Quello che serve, e questa tragedia lo ha dimostrato, non è un piano di protezione civile che stabilisca dove mettere le tende. Quel piano non ha impedito che 308 persone perdessero la vita quella notte, non per assenza di questo strumento, ma perché sono crollati palazzi che non avrebbero dovuto crollare. Questo Paese, il cui territorio è in gran parte ad alto rischio sismico, deve imparare dalla tragedia aquilana che i terremoti non si possono prevedere, è vero, ma si può prevedere il rischio connesso alla sismicità. Quello che serve, e questa è la battaglia che mi vede impegnato, anche  a livello nazionale, da quella maledetta notte del 6 aprile, è progettare e realizzare strutture antisismiche, effettuare una manutenzione straordinaria degli edifici e studiare le caratteristiche geologiche del terreno prima di programmare interventi edilizi. Nel centro storico dell’Aquila vi erano edifici antichissimi che, grazie a restauri accurati e appropriati, hanno risposto adeguatamente alle sollecitazioni sismiche e non hanno riportato danni. Anche le città storiche come la nostra possono essere abitate con tranquillità se gli edifici vengono restaurati e consolidati in maniera scrupolosa. Il terremoto non uccide, uccidono le case costruite come non si dovrebbe. In questo la Nuova Zelanda, di recente, ci ha dato una lezione esemplare. Un sisma di magnitudo più elevata di quello che si è verificato all’Aquila non ha prodotto vittime, in una zona peraltro ben più popolata, proprio perché lì si era costruito bene. ​Il nostro Paese deve capire l’importanza di investire nella prevenzione. Anziché costruire il ponte di Messina bisogna programmare investimenti in fatto di prevenzione del rischio sismico e di manutenzione sugli edifici. Sarebbe anche un volano di programmazione economica perché consentirebbe di ottimizzare le risorse e risparmiare sull’emergenza. Lo ripeto – ha concluso Cialente –  non è più tempo di polemiche, altrimenti qualcuno, piuttosto, dovrebbe spiegare a me per quale ragione la città dell’Aquila, qualche anno fa, fu declassata a zona sismica 2”.


16 Settembre 2010

Categoria : Cronaca
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