Un segno di speranza il castello tricolore


L’Aquila – E’ troppo bella la foto (inviataci dalla collega Angela Ciano) del bastione tricolore, per i 150 anni dell’unità, acceso in verde, bianco e rosso la notte del 17 marzo. Ve la dedichiamo in evidenza perchè è sicuramente un segno vistoso di speranza, un palpito di vita nel desolato quadro dell’Aquila notturna, che nasconde ad ogni tramonto nel buio le sue purulente ferite. Le allegrie della notte dell’anniversario italiano hanno “vestito” affetto per il paese di tantissimi italiani, anche al di là delle aspettative. I monumenti si sono profilati nell’oscurità notturna squillanti, come la Mole antonelliana di Torino, o come tante facciate in tutta Italia. Verde, bianco e rosso, colori che – sia detto senza offesa – non stanno esattamente benissimo uno accanto all’altro, quella notte erano belli. A L’Aquila di più, perchè qui le insegne nazionali suscitano particolare commozione e anche tanta amarezza: l’Italia ha una città di meno, e quella città soffre ancora, dopo due anni, pene lancinanti. Il bastione possente del castello (anch’esso comunque ferito dal sisma) vestito di tricolore ha commosso tanti. Uno non sa perchè, non sa spiegarselo, ma certe semplici cose arrivano al cuore, in una notte di festa e sentimento. 148 anni dopo l’unità d’Italia, una città è andata giù. 150 anni dopo tenta di rialzarsi, e accende tre colori sul monumento più imponente, retaggio di una dominazione straniera che oggi è diventata amicizia, quella spagnola. Con quel tricolore sembra dire: Italia, ci siamo anche noi. Grazie per la generosità di tanta tua gente, grazie anche allo Stato per quel che ha fatto. Ma ora, fate in modo che le parole diventino fatti. Provate al mondo che volete davvero il ritorno della città dal nome di rapace, diventata poco più di una gallina che ha le ali, ma non volerà mai.


19 Marzo 2011

Categoria : Cronaca
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