Crolli Pettino, cinque indagati – Domani processo per crolli via Rossi con 17 vittime


L’Aquila – PILASTRI E NODI SENZA STAFFE SUFFICIENTI – Svolta nella maxi-inchiesta sui crolli degli edifici post-sisma, pubblici e privati (220 edifici) finiti sotto la lente di ingrandimento della Procura della Repubblica dell’Aquila (foto: palazzo di giustizia). Nei giorni scorsi i carabinieri della Sezione di polizia giudiziaria presso la Procura, hanno notificato a cinque persone, l’avviso di conclusione delle indagini, nell’ambito del filone d’indagine riguardante il crollo di due edifici ubicati in via Milonia N13 e N31 a Pettino, in cui solo per un miracolo non ci sono state vittime. Il reato per tutti e’ di disastro colposo. Si tratta di Umberto Masucci di 72 anni dell’Aquila, Bruno Zilli di 80 anni di Campotosto, Nazzareno Drago, di 83 anni, Berardino Drago, di 78 anni, entrambi di Pizzoli ed infine Angelo Sabatini di 82 anni di Roma. In particolare Masucci, in qualita’ di geometra progettista e direttore dei lavori negli anni 1976-1981, svolgeva abusivamente l’incarico di direttore dei lavori di realizzazione dell’edificio, consentiva la realizzazione dei pilastri e dei nodi trave-pilastro, con una quantita’ di staffe inferiore alle prescrizioni di Legge, consentiva la realizzazione delle strutture portanti in assenza delle prescritte prove sui materiali (calcestruzzo); forniva errate indicazioni in merito ai materiali impiegati ed infine consentiva la realizzazione di opere difformi dal progetto autorizzato dal Genio Civile. Bruno Zilli, in qualita’ di collaudatore statico delle opere in cemento armato nell’anno 1981, non rilevava l’incompetenza professionale del Masucci, non rilevava la realizzazione delle opere difformi dalle autorizzazioni, non verificava e rilevava il reale quantitativo delle armature e l’errata collocazione delle armature trasversali sia nei pilastri che nei nodi trave pilastro; ed infine rilasciava il certificato di collaudo statico in assenza di prove sui materiali. Nazzareno Drago, in qualita’ di titolare dell’impresa esecutrice delle opere sono contestati una serie di reati legati alla quantita’ di steffe presenti nei pilastri, la realizzazione di un piano seminterrato senza autorizzazione e la realizzazione di strutture portanti in assenza delle prove sui materiali. Berardino Drago ed Angelo Sabatini, sono accusati di aver autorizzato la realizzazione di opere difformi dalle autorizzazioni e l’aver commissionato a Masucci la direzione dei lavori non potendolo fare.

PROCESSO VITTIME VIA ROSSI – “Approda” domani mattina in sede dibattimentale il primo processo della maxi inchiesta sui crolli (ben 220 quelli finiti sotto la lente di ingrandimento della Procura aquilana). Si tratta di uno dei siti “ecatombe”, ovvero via Generale Rossi dove il crollo dell’edificio strappo’ alla vita 17 persone. Alla sbarra gli ingegneri aquilani Diego De Angelis, che fu direttore dei lavori e amministratore del condominio, e Davide De Angelis, collaudatore, oltre che del titolare dell’impresa che 12 anni fa fece i lavori Angelo Esposito. Secondo le tesi del Pm, Fabio Picuti sulla scorta di una perizia redatta da quattro docenti, alla base della tragedia ci sarebbe stata la ristrutturazione del tetto che sarebbe stata appesantita ignorando le conseguenze che ci potevano essere sotto il profilo della tenuta sismica con i carichi maggiori. Tra le altre contestazioni, nell’ambito dei reati di omicidio colposo, lesioni e disastro colposo, mancate misurazioni di adeguamento statico ed omissioni riguardanti i collaudi. Piu’ in particolare, in occasione delle ristrutturazioni, Diego De Angelis progettista e direttore dei lavori oltre che amministratore del condominio, e’ accusato di avere realizzato, senza progetto, un tetto di copertura a falde in cemento armato senza avere considerato l’adeguatezza sismica e senza avere predisposto le necessarie valutazioni delle condizioni di sicurezza strutturale. Per l’accusa il tetto avrebbe avuto un peso doppio rispetto a prima. Inoltre non sarebbero state fatte delle prove di carico. Davide De Angelis nella sua veste di collaudatore, e’ accusato di non avere effettuato le previste verifiche a struttura ultimata necessarie al rilascio del certificato di collaudo e non ha redatto il certificato di collaudo. Angelo Esposito, titolare dell’impresa, e’ accusato di non avere presentato al Genio Civile dell’Aquila la documentazione necessaria alla denuncia delle opere in cemento armato e di avere realizzato i lavori in assenza dei relativi progetti e dei calcoli strutturali. Nel corso della precedente udienza il giudice aveva ammesso la costituzione di 45 parti civili compresa quella del Comune dell’Aquila nonostante le opposizioni dei legali della difesa. Tra i superstiti una ragazza di Bisenti (Teramo) Marta Valente, recuperata da una squadra di speleologi dopo 23 ore sotto le macerie, protetta da una trave che l’ha salvata dalle pietre. Ma li’ sono morte le sue amiche che studiavano medicina. Una tragedia anche per Diego De Angelis, l’imputato che in quel crollo ha perso la figlia Jenny.


31 Marzo 2011

Categoria : Cronaca
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