Università e sanità territoriale, alcune riflessioni sulla scia dell’attualità aquilana


L’Aquila - (Foto: Università, il centro polifunzionale donato dal Canada) – Scrivono il Prof. Mauro BOLOGNA, Ordinario di Patologia Generale, Università dell’Aquila; il Dr. Mauro DANIELE, Medico del Territorio, ASL-01; il Dr. Carlo Di STANISLAO, Dirigente Medico UOS Allergologia, ASL-01; il Dr. Osvaldo MICHELINI, Radiologo, Medico Libero Professionista:
“A proposito della funzione dell’Universita’, come per altre istituzioni, ogni tanto occorre ribadire i principi generali a cui si ispira e gli scopi isitutuzionali che deve raggiungere, ad uso soprattutto di coloro che non sono addetti ai lavori e del pubblico generale che ha bisogno di essere informato su questioni complesse.

Le vicende e le polemiche che hanno riguardato la convenzione di recente stipulata tra l’Universita’ dell’Aquila e la ASL di Teramo in ambito medico-assistenziale rappresentano un’occasione eccellente per richiamare appunto i principi che l’Università deve perseguire, non per rispondere ad oppurtunita’ politiche del momento, ma a direttive fondamentali della sua missione che si riassumono in (a) ricerca scientifica, (b) didattica di qualita’ e, nel caso specifico delle materie mediche, (c) assistenza sanitaria alla popolazione di riferimento.

Questi principi delle funzioni istituzionali dell’Universita’ sono stati ben ricordati sui quotidiani locali negli ultimi giorni da vari colleghi docenti universitari di area medica (tra cui vale la pena di citare Sandro Francavilla, endocrinologo, e Vittorio Calvisi, ortopedico): tuttavia i pareri dissonanti di diversi esponenti politici ed altre opinioni riportate dalla stampa ci inducono a scrivere questo breve articolo (a firma di alcuni medici appartenenti a diverse categorie della professione medica e componenti del consiglio dell’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Provincia dell’Aquila) per chiarire meglio le motivazioni della missione medica e di quella medico-universitaria in ambito di didattica ed assistenza sanitaria, perche’ possano rispondere ai principi della deontologia professionale in medicina e delle aspettative del pubblico.

Ribadita in primo luogo la centralita’ del cittadino che si rivolge alle strutture disponibili perche’ ha bisogno di assistenza medica, i servizi sanitari devono lavorare per il miglior espletamento del servizio ai cittadini stessi, al quale concorrono sia strutture ospedaliere ed ambulatoriali pubbliche e private sia strutture universitarie di area medica.

L’Universita’ persegue finalita’ di avanzamento della conoscenza (ricerca) assolutamente necessaria per fornire un insegnamento di alto livello (didattica universitaria nei corsi di laurea e nelle scuole di specializzazione) che nel campo medico non possono che partire dallo studio degli individui malati su cui svolgere assistenza e studio scientifico assoluto ed universalmente valido (“universitas” deriva appunto dalla applicabilita’ universale della conoscenza).

Cio’ e’ vero, dunque, non solo nella ASL di riferimento, ma anche in strutture sanitarie limitrofe o addirittura in quelle nazionali ed internazionali, cui il personale sanitario universitario puo’ e deve attingere per motivi di studio, di insegnamento e di assistenza. Questa logica di funzionamento viene applicata naturalmente e proficuamente in tutto il mondo per l’insegnamento di livello superiore e medico-specialistico.

Pertanto, non solo non dovrebbe creare scandalo il fatto che una universita’ stabilisca accordi operativi con strutture sanitarie del territorio, locale o limitrofo, ma dovrebbe anzi essere considerato da tutti con favore, interesse ad ammirazione il fatto che una qualsiasi universita’ stabilisca accordi di collaborazione con strutture sanitarie diversificate e distribuite su un territorio ampio, perche’ solo cosi’ e’ possibile garantire ricerca, didattica e assistenza di qualita’ sempre migliore, magari riuscendo anche a creare nuovi posti di lavoro per giovani ricercatori e specializzandi che affermino il progresso della conoscenza ed un’assistenza ottimale su una popolazione sempre piu’ vasta. E magari che si riesca finalmente ad affermare una medicina della salute (prevenzione e cultura del soggetto sano) e non solo una medicina della malattia (diagnosi e terapia), come prevalentemente occorre fare.

Tornando alla nostra realta’ particolare, nel terriorio aquilano ora flagellato, bisogna davvero guardarsi fissi negli occhi tra componenti ospedaliere, componenti universitarie della sanita’, medici di medicina generale e del territorio, tutti chiamati a collaborare soprattutto ai fini assistenziali (ma non solo), ribadendo la centralita’ del cittadino che richiede assistenza e decidendo una volta per tutte di offrire finalmente buoni esempi di collaborazione fattiva e non piu’ di particolarismi e di sciocche avversita’ in cui i cittadini utenti, gli studenti in formazione ed i giovani ricercatori di valore sono le componenti che possono essere maggiormente danneggiate”.


21 Aprile 2011

Categoria : Dai Lettori
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati