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Sanità abruzzese allo sbando
26 maggio 2012 @ 17:10 Categoria: Politica
[1]Pescara – (di Gianni Melilla, SEL Abruzzo) – CHIODI SI DIMETTA DA COMMISSARIO ALLA SANITA’ – Milioni di italiani che seguono la trasmissione televisiva Ballarò, hanno saputo qual è lo stato reale del servizio sanitario abruzzese. Importanti esami diagnostici e visite per patologie in cui è essenziale la diagnosi precoce vengono programmate a distanza di mesi, a volte anche di un anno.
I troppi ospedali presenti in Abruzzo accavallano le loro funzioni determinando sprechi e doppioni come le decine di chirurgie presenti nell’area metropolitana di chieti-pescara.
Le università abruzzesi con le due facoltà di medicina continuano a sperperare ingenti risorse attraverso la clinicizzazione di troppi ospedali pubblici e la proliferazione di cattedre universitarie.
Nel territorio non decollano le strutture alternative ai ricoveri ospedalieri, e rimangono senza adeguata assistenza domiciliare integrata, migliaia di disabili e di anziani non autosufficienti.
In questo marasma, in cui spiccano i poteri dittatorali-commissariali di Chiodi che addirittura è arrivato a non far conoscere al Consiglio Regionale e tantomeno alla società abruzzese, il “suo” piano sanitario regionale, gira la favoletta del risanamento dei conti della sanità abruzzese.
Ma di quale risanamento stiamo parlando? Dobbiamo parlare invece di un aumento sproporzionato della tassazione e del prezzo della benzina, accompagnato ad uno smantellamento dei servizi sanitari e del sistema ospedaliero.
Altra cosa invece è se si fosse ad esempio affrontato il grande buco nero dei costi standard della sanità abruzzese superiori del 13% a quelli nazionali, e che in termini assoluti significano 260 milioni di euro di possibili risparmi.
Per non parlare della mobilità passiva che è il risultato logico dello smantellamento del sistema sanitario abruzzese: i nostri cittadini vanno a curarsi fuori Regione e noi dobbiamo poi pagare le altre Regioni. Così come varie cliniche private possono beneficiare del crollo verticale degli accertamenti sulle loro prestazioni, nel solco di una tradizione opaca del rapporto con alcuni spezzoni della sanità privata.
Ma la propaganda ha le gambe corte e la realtà sanitaria abruzzese si presenta per quella che è: un enorme piovra che droga l’economia regionale, alimenta clientele e a volte sconfina nel malaffare, non riesce a rispondere alle esigenze di una moderna assistenza centrata sulla prevenzione e sulla riabilitazione e non più solo sugli ospedali e la cura, umilia le capacità professionali e umane di tanti operatori della sanità spesso abbandonati a sè stessi. Per questo Chiodi farebbe bene a dimettersi dalla carica di commissario alla sanità per evidente incapacità .
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