“Gabrielli sappia che quando gridavo avevo ragione, ecco come siamo ridotti”


L’Aquila – (di Massimo Cialente, sindaco dell’Aquila) – (Foto: Cialente con la fascia e, da solo in meditazione, all’interno del palazzo comunale devastato) – Ho letto con crescente sorpresa e non nascondo, un certo fastidio, la replica ai parlamentari Lolli e Benamati, fatta dal capo della Protezione Civile Gabrielli, già Prefetto dell’ Aquila e vice di Bertolaso.
Non avrei molta passione per questo tipo di polemica se dietro la stessa non si nascondesse al contrario, una valutazione politica, che dimentica di considerare quanto è realmente accaduto in questi 1295 giorni, nel cratere e nella nostra Città in particolare.
Come il famoso giapponese, rimasto nella giungla, per vent’anni dopo la fine della guerra, a presidiare tre barili di benzina, credo che Franco Gabrielli, sia l’unico in Italia che non ammetta il fallimento totale del processo della ricostruzione che ha comportato una kafkiana perdita di tempo, in alcuni momenti sospetterei, scientificamente voluta, che tanta disperazione e sconforto ha provocato e continua a provoca tra la nostra gente.
Da quanto scrive Gabrielli, a ben leggere, uno dei problemi maggiore della ricostruzione anzi, forse l’unico, sarebbe stato questo sindaco Cialente, molto litigioso che non ha perso mai occasione per prendersela con qualcuno.
È bene, è vero. Tutte le volte che le cose non stavano andando nel verso giusto, che si accumulavano errori su errori, che, oziosamente, si stava perdendo tempo, io l’ho sempre gridato e purtroppo, alla fine, ho avuto ragione.
Potrei fare un lungo elenco degli errori ma poiché sono abituato a parlare con i fatti e misurando i fenomeni, sfido chiunque a negare che per la ricostruzione delle case E della periferia, si sono inutilmente persi ben 15 mesi solo per predisporre linee guida.
Nel 2011 non c’è stato un cantiere se è vero, come è vero, che nella nostra provincia tutti i lavoratori edili, erano in cassa integrazione e, se Ä— vero come è vero, che si è voluto perdere tempo sul centro storico con la ridicola interpretazione che Chiodi e Fontana davano del piano di ricostruzione, col chiaro intento di bloccare o ritardare la ricostruzione.
Su altri aspetti dei piani di ricostruzione, indaga la magistratura.
Si sarebbe potuto partire prima ed oggi saremmo più avanti; le piccole imprese sarebbero state pagate e non avrebbero dovuto impegnare le proprie risorse ed i capitali familiari per reggere la situazione.
Il tutto, mentre Chiodi ha rimandato a Roma 447milioni di euro impegnati e mai trasferiti.
È vero, definii Monti peggiore di Berlusconi, quando mi piovve addosso l’ennesima ordinanza sbagliata, contraddittoria.
E fu utile. Perché quella notte stessa potei illustrare al Premier la situazione reale. E Monti capì e decise!
La verità, ed è questo il fallimento vero del Governo Berlusconi, è la pesante imposizione della protezione civile, quella di andare ad un commissariamento assoluto, che ha tolto qualsiasi ruolo ad Enti ed Istituzioni locali e quindi ai cittadini.
Oltre me, vorrei che dalla stampa lo stesso Gabrielli, leggesse il durissimo attacco che partì da uno dei sindaci esponenti del centro destra, quale il sindaco Biondi di Villa Sant’ Angelo, che gridò un basta al commissariamento, grande come le case ed i cumuli di macerie che non riesce a smaltire.
Che questo sindaco litigioso avesse ragione, lo ha stabilito, alla fine, anche il governo Monti, licenziando il commissario Chiodi e Fontana, nel mese di marzo.
E se Chiodi non avesse chiesto di restare, per gestire la campagna dell’unico suo sodale in Città, De Matteis, forse oggi saremmo più avanti.
Caro prefetto Gabrielli, la Città ha capito tutto, tant’è vero che mi ha rinnovato la sua fiducia, bocciando pesantemente, proprio chi portava avanti le posizione che oggi lei ancora sostiene.
Io sono stato sempre dalla parte della Città e dei cittadini; cittadini che hanno preso le botte a Roma, per
difendere i propri diritti, che oggi si riuniranno in piazza per osteggiare un’ allucinate provocazione del ministro Fornero.
Sono gli stessi cittadini che sono sotto processo a Roma e all’Aquila, solo per aver provato a disturbare il manovratore, alzando leggermente la voce.
Vede caro Prefetto, fra pochi giorni a L’Aquila, dei cittadini saranno processati per aver violato la zona rossa con delle carriole.
Ho letto il verbale di sequestro della carriola incriminata; una vecchia carriola bicolore, che viene descritta nei minimi dettagli, compresa la ruggine.
Denunciarli fu una Sua scelta. Le assicuro che leggendo quel verbale, verrebbe spontaneo farsi una risata, perché, va da sé che le cose ridicole facciano ridere.
Ma purtroppo non ci riusciamo, perchè noi stiamo vivendo una tragedia, e la colpa è di chi ha pensato bene di fare della ricostruzione un fatto privato e centralizzato, cancellando i cittadini.
E quando questi cittadini o il sindaco, si sono giustamente arrabbiati, o li si attacca o li si processa.


22 Ottobre 2012

Categoria : Cronaca
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