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Gli intoppi che fermano la ricostruzione

31 gennaio 2013 @ 13:33 Categoria: Cronaca

[1]L’Aquila – (Foto: una carriola che fa da stendino per un reggiseno) – Il presidente degli architetti, Gianlorenzo Conti, quello dei geometri Giampiero Sansone, quello dei periti industriali, quello degli ingegneri Paolo De Santis, hanno inviato al Ministro Barca. all’ing. Mancurti,, al prefetto Alecci, al direttore dell’ufficio ricostruzione Paolo Aielli, al Dott. Paolo Esposito, al presidente Chiodi, al presidente Del Corvo, al sindaco Cialente e ai suoi colleghi del cratere, oltre che agli iscritti nei vari ordini professionali che rappresentano, una lettera sul Decreto n. 1 del Coordinatore Ufficio Speciale Ricostruzione di L’Aquila. Da quanto scrivono, si evidenziano intoppi e incongruenze nelle procedure che quanto meno fermano la ricostruzione. Che, del resto, per il centro non è mai davvero cominciata.
“Nei mesi di ottobre-novembre 2012, l’Ing. Aldo Mancurti, Capo Dipartimento Sviluppo delle Economie Territoriali, in diverse riunioni con le forze sociali e professionali, ha inteso programmare la predisposizione di un D.P.C.M. partecipato e condiviso per la ricostruzione, così come previsto dal Decreto Legge 22.06.2012 n.83, convertito in Legge 07.08.2012 n.134 art.67 quarter comma 9.
Il D.P.C.M. in questione, doveva essere pubblicato nel mese di dicembre, quale uno dei Decreti attuativi previsti dalla L. 134/2012 ma, da notizie di stampa, si è appreso che la sua pubblicazione avverrà nel mese di marzo p.v.; detto D.P.C.M. avrebbe costituito la cornice di riferimento per i futuri surrichiamati Decreti governativi e delle norme di attuazione di competenza del Coordinatore dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione di L’Aquila.
Il Comune di L’Aquila, con delibera di Giunta Comunale n.10 del 11-01-2013, ha approvato “gli indirizzi per il riconoscimento dei contributi di riparazione degli edifici danneggiati dal sisma 2009 ricadenti nella perimetrazione dei centri storici del Comune dell’Aquila”della città e delle frazioni, danneggiati dal terremoto”, che altro non sono che una bozza del D.P.C.M. in quanto l’art. 9 “ambito di applicazione”, indica che essi sono applicabili anche al di fuori dei centri storici del Comune di L’Aquila.
Il Coordinatore dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione, Dott. Paolo Aielli, ha emesso il Decreto n.1 “ Disciplina per la Progettazione e la realizzazione degli interventi sugli edifici privati, ubicati nei centri storici del Comune di L’Aquila, danneggiati dal sisma del 2009”, presente sul sito web del Comune di L’Aquila il 22 gennaio u.s., sulla base della soprarichiamata Delibera di Giunta Comunale, ma una prima volta senza stemma del Comune di L’Aquila e senza firma del Dott. Paolo Aielli, e comunque mancante della firma ancora oggi.
L’analisi del Decreto n.1, di cui si nutrono forti dubbi di legittimità in assenza del richiamato D.P.C.M. pone i cittadini ed il mondo professionale in uno stato di attesa per un motivo preliminare di asimmetria degli stessi nei confronti del Comune dell’Aquila, che non è soggetto a nessun vincolo o scadenza per l’esame delle domande di indennizzo e per le procedure amministrative che saranno messe in atto.
Si auspica, inoltre, che il D.P.C.M. ed i decreti attuativi valgano per l’intero cratere sismico come evidenziato anche dall’Assemblea dei Sindaci dei Comuni minori.
Il giorno 04.12.2012 si tenne presso l’Ordine degli Ingegneri della Provincia dell’Aquila un incontro con il Dott. Paolo Aielli ed i dirigenti del Comune dell’Aquila dove furono per l’ennesima volta evidenziate le carenze tecniche e le conseguenti modifiche da apportare al Decreto ed alla scheda parametrica.
Da quella data non abbiamo avuto più nessun contatto, abbiamo visto il richiamato Decreto sul sito web del Comune di L’Aquila.
Quanto sopra è in palese contrasto con quanto da Lei, Signor Ministro, sostenuto sulla necessità di una ricostruzione partecipata, che ci ha sempre visti impegnati per fornire con dedizione il nostro contributo di partecipazione responsabile nell’interesse generale.
In particolare le situazioni che necessitano approfondimenti nel riguardo sono:
• Il progetto parte prima (scheda parametrica) impone la conoscenza dell’aggregato con un livello di dettaglio paragonabile ad un “progetto definitivo” e quindi con il termine di 45 giorni ciò non può essere ottenuto, in quanto è necessario acquisire le prove geologiche, la relazione geologica, rilievo geometrico dettagliato, l’indagine strutturale, per la definizione delle caratteristiche delle strutture in muratura o in cemento armato;
• L’articolo 7 comma 3 del Decreto n.1 è in palese contrasto con la tanta auspicata applicazione degli interventi che il Comune dovrebbe fare. Infatti chi supera la presentazione di 45 giorni, sarà messo in una lista cronologica senza tener conto, delle priorità richieste dal Comune. Ci si chiede quali sono? I cittadini ed il mondo professionale devono conoscere prima le priorità del Comune per redigere la scheda, così come previsto nella bozza del D.P.C.M. da noi condivisa. Una volta stabilita la nuova procedura che prevede la presentazione del progetto parte prima e parte seconda, con precise norme transitorie ancorate alla precedente Legge N.134/2012, a che serve fissare una ulteriore scadenza di 45 giorni ed una successiva lista di attesa in ordine cronologico?
• La scheda deve fornire gli elementi quali-quantitativi significativi degli interventi post-sisma per collegare danno-vulnerabilità-indennizzo. Per consentire, da una parte, al Governo di disporre degli elementi necessari di supporto alle proprie attività decisionali e, da altra parte per consentire ai cittadini di procedere alla presentazione dei progetti parte seconda, in conformità della scheda per una conseguente e rapida speditiva valutazione con rilascio dell’indennizzo. Resta, comunque, ferma la necessità di aggiornamento dei parametri economici della scheda in relazione alle variazioni dei prezziari, alle condizioni di mercato ed a ulteriori ed eventuali incrementi del danno nel tempo.
Per i motivi di cui sopra non si condivide l’anticipazione del Decreto n.1 in assenza del necessario propedeutico D.P.C.M. .
Con l’occasione si ricorda che nelle riunioni avute con l’Ing. Aldo Mancurti gli Ordini ed i Collegi Professionali avevano concordato l’aggiornamento della Convenzione di cui al Protocollo di Intesa del 21 luglio 2009 con il Dipartimento della Protezione Civile Nazionale. Anche questo Decreto doveva essere emanato in concomitanza con il D.P.C.M. come previsto nella bozza concordata. Gli Ordini e Collegi Professionali ritengono che serve ancora un sereno e costruttivo confronto partecipativo anche con i Sindaci dei Comuni del Cratere per definire il percorso di una ricostruzione sana, trasparente e credibile”.


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