Manager oggi? Saper decidere


Pescara – (di Stefano Leone) – LA PRIMA OCCUPAZIONE DI UN MANAGER NON È QUELLA DI FORNIRE LA MOTIVAZIONE MA DI ELIMINARE GLI OSTACOLI – (Foto: Florio Corneli) – Un manager è una persona che nell’azienda, sia essa pubblica o privata, ha la responsabilità del management, ossia del processo di definizione degli obiettivi aziendali e di guida della gestione aziendale verso il perseguimento di tali obiettivi, attraverso l’assunzione di decisioni sull’impiego delle risorse disponibili e, in particolare, delle risorse umane. Il termine management indica anche l’insieme dei manager di un’azienda. In italiano sinonimo di manager è dirigente. Tuttavia questo termine ha anche un significato più specifico, indicando il lavoratore preposto alla direzione di un’azienda, privata o pubblica, oppure di una parte di essa, che esplica le sue funzioni con autonomia decisionale, al fine di promuovere, coordinare e gestire la realizzazione degli obiettivi aziendali. Così inteso, il dirigente svolge tipicamente funzioni manageriali ma non tutti coloro che svolgono tali funzioni sono dirigenti. Dicendocela proprio tutta, nell’immaginario collettivo, il manager è la figura che guadagna moltissimo, non ha problemi di stabilizzazione della professione ed ha grandi posizioni di privilegio. Ma è proprio così? Ne abbiamo parlato con il Dr. Florio Corneli, fresco riconfermato, (l’elezione c’è stata il 18 maggio scorso), nella presidenza della Federmanager Abruzzo e Molise.
- Cosa significa essere manager in periodo come quello in cui viviamo?
“A questa domanda abbiamo fatto rispondere i nostri associati attraverso una indagine mirata. C’è un’alta concezione del ruolo manageriale e nella quasi totalità i colleghi hanno individuato il fattore distintivo, non nell’elemento retributivo, ma dalla capacità di influenza e coinvolgimento nella strategia d’impresa, dal coinvolgimento alle decisioni aziendali, dal livello delle deleghe e delle procure”.
- Quali sono le caratteristiche che un dirigente deve avere per poter guidare delle persone?
“L’arte del dirigere le persone deve partire dal coraggio e da una esperienza di vita per poter essere da esempio, essere un punto di riferimento trainante e coinvolgente oltre che rassicurante”.
- Qual è il sistema valoriale di riferimento di un dirigente?
“La mission di un dirigente è creare condizioni di armonia, di confronto, di motivazione nelle organizzazioni affinchè il lavoro diventi il luogo della democrazia e di realizzazione individuale e sociale, in grado di sviluppare il professionista, ma anche e soprattutto l’uomo. Il valore di riferimento principe di un manager deve essere il merito. Sicuramente il rapporto fiduciario tra il manager e l’imprenditore conserva tutto il suo valore, ma non è sufficiente”.
- Insomma quale è oggi la funzione dirigenziale?
“Per rispondere a questa domanda bisogna riflettere su cosa è oggi il capitalismo moderno, come e se sta evolvendo da una cultura imprenditoriale ad una manageriale. Molte aziende padronali nel passaggio generazionale cessano di esistere, molte aziende padronali non sono in grado di reggere la sfida del mercato per questo, un gruppo manageriale che nasca dal merito, può avere un ruolo trainante per portare le nostre aziende fuori dalla crisi”.

- In Abruzzo si legge di molte aziende riducono il personale, e i dirigenti si salvano?
“Purtroppo la dirigenza sta pagando un contributo elevatissimo alla crisi e, come associazione, molta della nostra attività consiste nel dare assistenza ai dirigenti che perdono il posto di lavoro e che fanno fatica ad essere riammessi in un circuito che è molto asfittico, in un mercato del lavoro che, praticamente da noi non esiste quasi”.

- Quando un dirigente perde il posto di lavoro in Abruzzo che fa?
“Solitamente il dirigente si mette su un mercato del lavoro che non è regionale e negli ultimi anni anche quello nazionale si è ridotto notevolmente. Si immette su un mercato globale che è il mondo. Gli ultimi dirigenti che hanno perso il posto di lavoro sono andati a lavorare, in Inghilterra, Germania, stati Uniti e anche nei paesi scandinavi. Ultimamente i mercati migliori si sono rivelati quello dei paesi Arabi, della Cina, Brasile ed Australia”.

- Cosa fa l’associazione che lei dirige per aiutare i dirigenti a superare la crisi?
“Noi con i nostri soldi e senza aggravio per lo stato italiano abbiamo creato una specie di welfare privato, con le risorse del contratto collettivo e con l’accordo della confindustria”.

- In cosa consiste questo welfare privato?
“Cominciamo con il sostegno al reddito. Ossia l’associazione attraverso un proprio fondo, costituito con i soldi degli associati integra l’indennità di disoccupazione erogato dall’Inps
Abbiamo anche un fondo per la formazione per il riorientamento professionale, a titolo assolutamente gratuito per ogni dirigente che vuole conoscere i suoi punti di forza e/o di debolezza professionale rispetto alle esigenze di mercato facciamo con loro e con i nostri esperti il bilancio delle competenze, i modo da erogare formazione finalizzata all’esigenza specifica. Anche per i dirigenti disoccupati mettiamo a loro disposizione una cifra di 5.000 euro da spendere per l’aggiornamento professionale che, nella stragrande maggioranza dei casi, siamo anche i grado di guidare”.


27 Giugno 2013

Categoria : Le Interviste
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