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Antrace, un rischio reale e poco conosciuto

28 giugno 2013 @ 13:03 Categoria: Cronaca

[1]L’Aquila – LA ASL APPROFONDISCE UN TEMA ANGOSCIANTE – In Italia 10 falsi allarmi al giorno per antrace che allertano una macchina poderosa di uomini e strutture sanitarie. Pratiche di bio terrorismo che hanno avuto un picco nel 2001, negli Usa. Il rischio antrace è stato uno dei temi – affascinanti e angoscianti – entrati nel seminario organizzato dalla Asl 1 e che ha messo insieme, mercoledì scorso, nei locali dell’Archivio di Stato di Bazzano, autorevoli esperti a livello nazionale.
A spiegare il senso dell’iniziativa e a moderare gli interventi degli illustri convegnisti il Manager Asl 1 Giancarlo Silveri.
“Il territorio della nostra azienda sanitaria”, ha detto, “è attraversato, per molti chilometri, da una rete autostradale su cui ogni giorno transitano, tra i tanti veicoli, anche quelli che trasportano sostanze delicate. Che cosa accadrebbe se, malauguratamente, in caso di incidente ci fosse uno sversamento di materiale tossico? Quali enti e con quali ruoli sarebbero chiamati a intervenire? Finora questi scenari sono stati appannaggio quasi esclusivamente del mondo militare ma è chiaro che oggi la situazione è cambiata e richiede dunque preparazione adeguata, senza alcuna concessione all’improvvisazione. Questo seminario, impreziosito dall’alto livello dei relatori che vi hanno preso parte, è servito prima di tutto a conoscere e capire le problematiche”
Roberto Mugavero, presidente dell’Osservatorio della sicurezza nazionale e difesa Cbrn (chimico, batteriologico, radiologico e nucleare), ha passato in rassegna i vari tipi di rischio a cui è esposto oggi un Paese: chimico, industriale, sanitario, radiologico.
“Il nostro Paese”, così come molti altri Occidentali, “corre il rischio di subire questo tipo di eventi, per fortuna finora mai catastrofici; eventi che sono potenzialmente connaturati nel mondo in cui viviamo e che occorre essere pronti ad affrontare in modo preparato. Oggi, con questo seminario, si confrontano per la prima volta attori pubblici e, soprattutto, si lancia un messaggio : in caso di emergenza la popolazione è parte fondamentale nella gestione della situazioni critiche”
Antonio Fasanella, responsabile del centro di Foggia per l’antrace, struttura referente in Italia, ha sconfessato alcuni concetti a proposito della sostanza tossica.
“L’idea di suggestione giornalistica secondo cui l’antrace è qualcosa prodotto in laboratorio è del tutto infondata”, ha detto Fasanella, “poiché si tratta in realtà di una malattia contagiosa che si trasmette all’uomo attraverso il contatto con animali da pascolo infetti: quali pecore, bovini, cavalli, capre e suini. Aree potenzialmente a rischio si trovano in particolare al centro e al sud, Abruzzo compreso. Da un bovino malato si possono infettare fino a 99 persone e la misura adottata è il vaccino. Ma l’antrace, come sappiamo, è stata poi usata dal bioterrorismo che ha avuto il suo apice nel 2001, negli Usa, quando morirono, a contatto con buste contenenti la sostanza, 7 persone. Infatti, le spore di antrace sono potenzialmente un’efficace arma batteriologica se trattate in modo da poter essere inalate, vista l’alta mortalità degli affetti dalla forma respiratoria. Quell’anno, il 2001, ha segnato”, ha concluso Fasanella, “ una svolta in negativo poiché si è diffusa una emulazione e la possibilità di creare antrace nel ‘sottoscala’, cioè da parte di un numero molto alto di persone mosse da intenti criminosi”


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